Mercoledì 17 gennaio 2018, Teatro Nuovo di Napoli
L’apparenza inganna di Thomas Bernhard
In scena due condizioni di speculare claustrofobia, nell’orizzonte limitato di una terra
desolata dello spirito, che il drammaturgo austriaco “offre” ai suoi due personaggi
Sarà in scena al Teatro Nuovo di Napoli, da mercoledì 17 gennaio 2018 alle ore 21.00 (repliche fino a domenica 21) lo spettacolo L’apparenza inganna di Thomas Bernhard, con la drammaturgia di Sandro Lombardi, anche interprete con Massimo Verdastro, e la regia di Federico Tiezzi, presentato, in questo nuovo allestimento, da Associazione Teatrale Pistoiese e Compagnia Lombardi/Tiezzi.
L’apparenza inganna, pièce scritta nel 1983, è la storia di due solitudini che non comunicano tra loro (anche quando sono insieme, ognuno continua a parlare a se stesso), ma che sono più simili di quanto vorrebbero.
Pieni di manie e idiosincrasie, pedante e preciso Karl, ipocondriaco e nostalgico Robert, interessato solo all’aspetto economico delle cose Karl, più idealista Robert che ha il grande Diversi ma in fondo uguali, come spesso succede nelle opere di Thomas Bernhard, a entrambi è mancato il calore di un nido familiare, perché hanno rotto i ponti con i genitori, “scandalizzati” dalle scelte artistiche dei figli.
Ognuno di loro si è meritato il suo destino, ma, soprattutto, entrambi sono legati a Mathilde, moglie di Karl, morta di recente, che nel testamento ha lasciato al cognato la casetta dei week-end, infliggendo al marito un grande dispiacere e creando ulteriore attrito tra i due.
Da qui s'innesca un meccanismo a catena, che porterà i due a escogitare ogni possibile pretesto per soddisfare i loro beckettiani “bisogni del tormento”: piccoli dispetti, contraddizioni, ricordi di infanzie e adolescenze conflittuali.
“Il testo ha una struttura speculare - spiega Sandro Lombardi – in cui l'uno di fronte all'altro, i due protagonisti rappresentano due diverse chiusure di fronte al mondo. E’ la storia di due fallimenti storici ed esistenziali, che, col passare del tempo, portano alla pietrificazione dell'essere e a un'esistenza claustrofobica. Il fulcro del lavoro è la messinscena spietata della loro solitudine, l'incomunicabilità totale. In scena diventano battute che nascondono le intenzioni reali dei personaggi, che parlano sempre di altro”.
L’apparenza inganna è un testo che è un grande omaggio all’arte dell’affabulazione e della recitazione in particolare. Non a caso l’azione procede attraverso monologhi, quasi una partitura, in cui ogni personaggio è chiamato a fare il suo assolo, cui seguono i battibecchi tra i due, di grande raffinatezza ma estremamente pungenti.
Perché recitare è un’ancora di salvezza e un antidoto alla solitudine, come sottolinea Robert: “non tanto l’arte quanto la possibilità di stare regolarmente in mezzo alla gente per paura di smetter da soli di andare alla deriva”.
L’apparenza inganna di Thomas Bernhard
Napoli, Teatro Nuovo - da mercoledì 17 a domenica 21 gennaio 2018
Inizio spettacoli ore 21.00 (venerdì e sabato), ore 18.30 (domenica)
Info e prenotazioni al numero 0814976267 email botteghino@teatronuovonapoli.it
Da mercoledì 17 a domenica 21 gennaio 2018
Napoli, Teatro Nuovo
Associazione Teatrale Pistoiese, Compagnia Lombardi/Tiezzi
presentano
L’apparenza inganna
di Thomas Bernhard
drammaturgia di Sandro Lombardi
personaggi e interpreti
Karl, un vecchio artista, Sandro Lombardi
Robert, suo fratello, un vecchio attore, Massimo Verdastro
scene Gregorio Zurla
costumi Giovanna Buzzi
luci Gianni Pollini
regia di Federico Tiezzi
durata della rappresentazione 105’ circa
In un vecchio appartamento di Vienna, tra vecchi mobili scomodi, ricolmi di abiti e scarpe, e disseminato di vecchie fotografie, un vecchio signore in maglietta e mutande striscia sul pavimento alla ricerca della sua limetta per le unghie.
Così Thomas Bernhard inizia L’apparenza inganna (1983). Il vecchio signore è Karl, che attende la visita di suo fratello Robert. Sono entrambi anziani. Sono stati l’uno giocoliere, l’altro attore. Adesso sono in pensione. Si fanno visita regolarmente ogni martedì e ogni giovedì.
Il martedì è Robert che va da Karl, il giovedì Karl rende la visita a Robert. Costruito secondo un procedimento di alternanza tra monologhi e dialoghi, L’apparenza inganna racconta due solitudini: atroci, dolorose ma anche ridicole e beffarde. Il terzo polo della situazione è Mathilde, la defunta moglie di Karl.
Il nucleo oscuro del contrasto è legato al testamento di Mathilde che ha lasciato la casetta dei week-end non al marito, ma a Robert. Da questo spunto si innesca un meccanismo a catena che porta i due a escogitare ogni possibile pretesto per soddisfare quelli che sembrano essere, con definizione beckettiana, i bisogni del tormento.
«A me gli attori / hanno sempre interessato / quelli notevoli», dice Karl a Robert. Anche a Bernhard hanno sempre interessato gli attori e questo emerge splendidamente dalla tessitura di una scrittura drammaturgica, consapevole quanto poche delle possibilità, delle psicologie, delle amarezze e delle euforie degli attori.
E agli attori Bernhard offre anche con questo testo un combustibile straordinario. In due situazioni di speculare claustrofobia, nell’orizzonte limitato di una terra desolata dello spirito, è sorprendente l’ampiezza di registri e di stati d’animo, di sfumature e di invenzioni che il geniale drammaturgo austriaco offre ai suoi due personaggi.
In uno stile asciutto e acido, Bernhard sciorina tutta una collezione di sofferenze e dispetti, richieste di aiuto mascherate da aggressioni, con il paradossale risultato di raggiungere una sinistra, corrosiva comicità.
Già realizzato con successo nel 2000 (Premio Ubu per la regia), il capolavoro di Thomas Bernhard viene, oggi, presentato in un nuovo allestimento.
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