Visita Alla Basilica Santa Maria Novella
Visita Guidata
Sabato 22 Ottobre 2016 - dalle ore 16:00 alle ore 18:00
Piazza Di Santa Maria Novella, 18 - Firenze (FI)
L'associazione culturale Marginalia propone una visita guidata alla meravigliosa chiesa, perfetta per conoscere ed ammirare i capolavori di Giotto, Brunelleschi, Chirlandaio, Masaccio, ma anche per ammirare il chiostro grande, dove il tempo sembra essersi fermato.
Sabato 22 Ottobre alle ore 16, ritrovo ore 15,50 davanti all’ingresso principale della chiesa.
Prenotazioni e ulteriori informazioni alle seguenti mail:
visiteguidate@associazionemarginalia.org o iniziative@associazionemarginalia.org Tel. 3664475991.
Un po’ di storia
La chiesa di Santa Maria Novella era il centro dell’ordine domenicano a Firenze. La chiesa conserva uno stile romanico all’esterno con i marmi bianchi e verdi con disegni geometrici ed uno stile gotico al suo interno. La sua costruzione fu iniziata nel 1246 e completata nella prima metà del 1300 da Jacopo Talenti: la bellissima facciata fu ripresa nella metà del XV secolo da Leon Battista Alberti. All’interno, nella sacrestia, è possibile ammirare la croce dipinta da Giotto per il convento domenicano di Santa Maria Novella. La decorazione interna è stata curata dai maggiori artisti del XIV secolo. La cura e la bellezza dei suoi ornamenti può essere riassunta con il nome di Micheangelo il quale chiamava la chiesa di Santa Maria Novella ‘La mia sposa’. All’interno è presente il chiostro e sul lato settentrionale il Convento (Convento di Santa Maria Novella).
La Facciata
Ricostruita su una preesistente, la facciata di S. Maria Novella che oggi noi vediamo è stata progettata nel 1456 da Leon Battista Alberti su commissione del mercante Bernardo Ruccellai. Egli era un ricco signore fiorentino e presentò il progetto all’Alberti per esaltare la propria famiglia e salvarsi dalla grazia divina, infatti fece incidere il nome del padre sulla facciata. Rispetto alla facciata del tempio Malatestiano, creata ex novo, l’intervento a Santa Maria Novella era più complesso, poiché andavano mantenuti elementi preesistenti: in basso le tombe inquadrate da archi a sesto acuto e i portali laterali; superiormente era già stabilita la quota di apertura del rosone.
Il segreto della bellezza e dell’armonia nella facciata di Santa Maria Novella è rivelata dalla sottile rete di rapporti modulari che lega le parti tra loro e queste all’insieme. La facciata della chiesa di Santa Maria Novella s’inscrive perfettamente in un quadrato avente un lato coincidente con la linea di base della chiesa. Dividendo in quattro tale forma di base si ottengono quattro quadrati minori equivalenti alle pareti fondamentali della facciata: due di essi, accostati, inquadrano la zona inferiore; in uno di essi si inscrive perfettamente l’ordine superiore. Aggiungiamo ancora che spartendo in quattro i quadrati minori si ottengono quadrilateri ancora più piccoli (1/16 del quadrato di partenza) che, a loro volta, determinano altre misure dell’edificio, per esempio quelle delle volute laterali dell’ordine superiore.
Passando poi a esaminare altre parti della costruzione si possono stabilire ulteriori relazioni. Se analizziamo nel piano superiore la misura del rosone rispetto a quella dei tondi a intarsio che ornano il timpano e le volute laterali, vediamo che il diametro del tondo inscritto nel timpano corrisponde alla metà di quella del rosone sommato alla sua cornice. E ancora: la campata del portale è di altezza pari a una volta e mezzo la sua larghezza (segue dunque un rapporto di 2/3).
I lati dei quadrati intarsiati sulla fascia-cerniera che separa gli ordini inferiore e superiore misurano un terzo dell’altezza della fascia stessa e corrispondono al doppio del diametro delle colonne che sostengono l’ordine inferiore. Si potrebbe proseguire in questo tipo d’analisi e si scoprirebbero così altri rapporti e corrispondenze, che permettono di concludere, con le parole dello storico dell’architettura Franco Borsi, secondo cui ‘l’esigenza teorica dell’Alberti di mantenere in tutto l’edificio la medesima proporzione, è qui stata osservata; ed è appunto la stretta applicazione di una serie continua di rapporti che denuncia il carattere non medievale di questa facciata pseudo-proto-rinascimentale, e ne fa il primo grande esempio di eurythmia del Rinascimento’.
L’antica basilica domenicana fu ridisegnata in stile gotico-romanico alla fine del 1200. Pregevole è la facciata in marmo bianco e verde, magistralmente completata dall’Alberti intorno al 1470. All’interno si trovano capolavori come “La Trinità” di Masaccio, i celebri ‘crocifissi’ di Giotto e di Brunelleschi e, nel transetto, i vivaci cicli pittorici rinascimentali del Ghirlandaio e di Filippino Lippi.