La Sacra Di San Michele
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Martedì 01 Ottobre 2019 -
Avigliana (TO)
La Sacra di San Michele
L’antica abbazia benedettina dedicata all’arcangelo Michele sorge sul Monte Pirchiriano, all’imbocco della Val di Susa, ed al centro dell’antica e famosa via di pellegrinaggio che unisce Mont St. Michel in Francia a Monte S. Angelo nel Gargano. La leggenda vuole che questa abbazia sia stata fondata nel X secolo da S. Giovanni Vincenzo, discepolo di S. Romualdo, che aveva deciso di condurre una vita eremitica; egli stava infatti cercando redenzione da un discutibile passato: è, infatti, il conte Ugo (Ugone) di Montboissier, ricco e nobile signore dell'Alvernia, recatosi a Roma per chiedere indulgenza a Papa Silvestro II. Questi, a titolo di penitenza, gli concede di scegliere fra un esilio di 7 anni e l'impresa di costruire un'abbazia. Edificato il monastero, Ugo lo affida a cinque monaci benedettini e si impegna a reclutare abati e monaci in Alvernia: in questo modo sul Pirchiriano si sviluppa un punto di sosta per pellegrini di alto livello sociale, quasi un centro culturale internazionale. L'ambizione autonomistica è viva fin dall'inizio della storia del monastero, preoccupato di sottrarsi alla giurisdizione dei vescovi di Torino. Ottenuta presto l'autonomia e l'indipendenza dall'autorità temporale e da quella del vescovo, l'abbazia, grazie ad un'ampia e intensa ospitalità, può favorire gli scambi non solo di ordine pratico, ma di profondo significato spirituale, che contribuiscono a creare il patrimonio comune di una grande civiltà religiosa. È in questo periodo che la Sacra estende i propri possedimenti in Italia e in Europa, sui quali esercita diritti spirituali, amministrativi, civili e penali. Dagli inizi fin verso la prima metà del 1300 il monastero vive la sua stagione più favorevole sotto la guida degli abati benedettini, alla quale segue mezzo secolo di decadenza. Nel 1379 il malgoverno dell'abate Pietro di Fongeret, induce Amedeo VI di Savoia (il Conte Verde) a chiedere alla Santa Sede l'abolizione della figura dell'abate monaco, cui si sostituisce quella del commendatario. Con la nomina dei commendatari incomincia l'agonia del monastero: dal 1381 al 1622 i monaci furono governati da priori, mentre gli abati commendatari, sempre lontani dal monastero, ne godevano le rendite. Uno di essi, il cardinale Maurizio di Savoia, nel 1622 convinse Papa Gregorio XV a sopprimere il monastero, abitato ormai soltanto da tre monaci. Dopo seicento anni di vita benedettina, la Sacra resta quasi abbandonata per oltre due secoli! Nel 1836 Re Carlo Alberto di Savoia, desideroso di far risorgere il monumento che era stato l’onore della Chiesa piemontese e del suo casato, pensò di collocare stabilmente una congregazione religiosa: sceglie Antonio Rosmini, giovane fondatore dell’Istituto della Carità. Oggi il complesso monumentale della Sacra, splendida balconata sulla Val di Susa e sui laghi di Avigliana, è visitabile: oltre al santuario romanico gotico posto sulla sommità del monte, sono interessanti lo Scalone dei Morti, il Portale d’ingresso con archi rampanti, il sepolcro dei monaci, le sale di Casa Savoia e la Torre della Bell’Alda.