Giorno Della Memoria

E Giorno Del Ricordo

Venerdì 26 Gennaio 2018 - dalle ore 21:00
Centro Culturale Jacopo Durandi - Via E. De Amicis, 5 - Santhià (VC)

 

'Si può dire di no!’: è questo il titolo del reading proposto dalla compagnia teatrale ‘Gli Sbiriulà’ e dall’Associazione Culturale ‘La Voce’, realizzato grazie alla preziosissima collaborazione dell’Associazione ‘Racconti’, della ‘Nuova compagnia teatrale alicese’ di Alice Castello e dell’Associazione ‘Verso il Mago di Oz’. Una grande sinergia tra realtà territoriali diverse ma accomunate dal desiderio di voler celebrare il ‘giorno della memoria’ e il ‘giorno del ricordo’ con parole, colori, gesti e immagini. L’evento, patrocinato dall’Amministrazione comunale di Santhià e fortemente voluto dall’Assessore alla Cultura Renzo Bellardone, è diventato ormai da qualche anno a questa parte un appuntamento fisso. Attraverso il teatro si vuole infatti cercare di non far dimenticare i terribili eventi legati alla seconda guerra mondiale che hanno colpito anche i nostri connazionali, lanciando allo stesso tempo un messaggio di speranza e di pace alle nuove generazioni, anche attraverso l’esempio della collaborazione e della condivisione tra associazioni. La grande novità di quest’anno sarà inoltre la presenza in scena dei giovani ragazzi che stanno frequentando il laboratorio teatrale tenuto presso l’oratorio di San Grato ed organizzato in collaborazione con la Parrocchia. Verrà infatti data loro la possibilità di potersi esibire per la prima volta in una grande occasione e sotto la guida di Alessandra Momo e Michela Iacono.

L’appuntamento è quindi per venerdì 26 gennaio 2018 alle ore 21 presso la sala blu del Centro Culturale ‘Jacopo Durandi’ di Santhià (via E. De Amicis, 5).

L’ingresso, come di consueto, è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.

nota dell’Associazione ‘La Voce’

“Ossa spezzate, atroci agonie: l’uomo ha superato Caino. Come bestie torturate […]. Massacro senza limiti, sterminio, carneficina, eccidio, genocidio, inumani vendette, stragi e rappresaglie […]”.

Nel Novecento si intrecciarono cultura e barbarie. Non bisogna mai smarrire la consapevolezza di ciò nel valorizzare la nostra tradizione storica e nel consolidare i lineamenti di civiltà, di pace, di libertà, di tolleranza, di solidarietà che la nuova Europa sta costruendo da oltre cinquant’anni. È un’Europa nata dal rifiuto dei nazionalismi aggressivi e oppressivi, da quello che si è espresso nella guerra nazista a quello dell’ondata di terrore jugoslavo in Venezia Giulia.  Non possiamo dimenticare le sofferenze, fino a un’orribile morte, inflitte a ebrei, zingari, malati mentali e fisici, persone considerate ‘diverse’ per non si sa bene quale motivo. Non solo. Anche tanti italiani assolutamente immuni da ogni colpa sono stati vittime innocenti. E non possiamo non sentirci vicini a tutti coloro che hanno sofferto.

Occorre quindi che si ponga riparo a tutto ciò attraverso un’obiettiva ricognizione storica e una valorizzazione di identità culturali, di lingua, di tradizioni che non possono essere cancellate. Nessuna identità può essere sacrificata o tenuta ai margini nell’Europa unita che vogliamo far crescere.