Vogliono Farvi Tacere, Voi Gridate A Penitro
Assemblea Pastorale Diocesana 2018-2019 Dedicata Ai Giovani
Venerdì 23 Novembre 2018 - dalle ore 18:30
Istituto Per Geometri - Penitro - Formia (LT)
Vogliono farvi Tacere, voi Gridate Al via l’assemblea pastorale diocesana 2018-2019 dedicata ai giovani
Venerdì 23 novembre ore 18.30 Istituto per Geometri, Penitro di Formia (LT)
Venerdì 23 novembre a partire dalle ore 18.30 presso l’Istituto per Geometri “Tallini” in Penitro di Formia (LT), prende il via l’assemblea pastorale diocesana 2018-2019 dell’arcidiocesi di Gaeta: un cammino fatto di tre tappe in cui saranno al centro i giovani, sulla scia del recente Sinodo dei Vescovi.
Un cammino fortemente voluto dall’arcivescovo di Gaeta Luigi Vari nel quale la Chiesa diocesana lascerà lo spazio e la parola ai giovani: loro sono il presente della Chiesa e del mondo. La prima tappa sarà dedicata agli educatori e accompagnatori dei giovani: genitori, catechisti, insegnanti, ma anche assistenti sociali, allenatori e tutti coloro che ‘lavorano’ ogni giorno con i giovani.
L’equipe che cura l’assemblea pastorale diocesana, coordinata dal servizio di pastorale giovanile, sta organizzando in collaborazione con gli uffici pastorali circa 20 laboratori a numero chiuso ai quali iscriversi: sport, immigrazione, arte, cinema, scuola, letteratura, politica, lavoro, musica, sessualità, pace, volontariato, videogiochi, creato, social. L’invito è quello di scegliere l’ambito più lontano e più critico della vita dei giovani dei quali ci si occupa ogni giorno.
Il tema dell’assemblea si ispira alle parole di papa Francesco rivolte ai giovani nella Domenica delle Palme 2018: “Cari giovani, sta a voi la decisione di gridare, sta a voi decidervi per l’Osanna della domenica così da non cadere nel “crocifiggilo!” del venerdì. E sta a voi non restare zitti. Se gli altri tacciono, se noi anziani e responsabili stiamo zitti, se il mondo tace e perde la gioia, vi domando: voi griderete?”
Info e iscrizioni su www.arcidiocesigaeta.it/giovani.
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La nostra chiesa vuole bene ai giovani?
di Luigi Vari, vescovo
Noi tutti li cerchiamo, alcune volte li troviamo, altre sperimentiamo tanta lontananza e diffidenza, pure in quelli che frequentano le parrocchie e le associazioni. Si ha qualche volta la sensazione che molti, nella Chiesa e fuori dalla Chiesa, abbiano rinunciato a loro, abbiano perso interesse.
Le analisi sociologiche fanno a gara a fornire dati che giustificano la rinuncia; le esperienze di molte comunità di aver provato molte strade senza successo, quasi la giustificano. L’unico effetto sicuro dei discorsi sui giovani, in qualunque ambito accada, è quello di alimentare sensi di colpa, per cui ci si stanca di parlarne.
Resta, però che, per quanto vecchia sia la popolazione italiana, grazie a Dio, ci sono molti giovani.
Siamo convinti che il discorso dei giovani si riduca a qualche dinamica o qualche iniziativa ben riuscita?
Gli appuntamenti dell’anno pastorale che si apre, che vuole essere il nostro piccolo sinodo sui giovani e dei giovani, hanno come finalità quella di aiutare le nostre comunità, movimenti e associazioni a convertirsi ai giovani, fuggendo dalla domanda che chiede come attirarli, per rispondere piuttosto a quella “come essere per non respingerli e per incrociarli”, spinti dal desiderio di condividere anche con loro, come con tutti, la bellezza del Vangelo.
Una scrittrice invitava a riflettere che le api, morendo, denunciavano la mancanza sempre più imponente di fiori. Su questo noi possiamo interrogarci e convertirci, sulla nostra natura di comunità, se, cioè, siamo fiori sulle quali le api, nel caso i giovani, possano posarsi per trovare nutrimento: accoglienza, serenità, speranza, condivisione, vicinanza alla vita con tutte le sue esigenze.
Il cammino di quest’anno, nato nella condivisione del Consiglio Presbiterale e del Consiglio Pastorale parte proprio dal desiderio di percorrere, o almeno iniziare a farlo, un cammino che, lo ripeto, potrebbe essere definito di conversione della nostra comunità perché sia più bella, senza rughe, né macchie.
Un luogo sicuro in cui si possa desiderare di stare.