Festival Purtimiro A Lugo
3° Festival Barocco Con Rinaldo Alessandrini
Da Giovedì 27 Settembre a Domenica 14 Ottobre 2018 - dalle ore 20:30
Teatro Rossini - Lugo (RA)
LUGO: PURTIMIRO ATTO TERZO TORNA IL FESTIVAL BAROCCO DI RINALDO ALESSANDRINI
BACH, HÄNDEL, STRADELLA, BOCCHERINI, L'ARMINIO DI BONONCINI IN PRIMA MODERNA, I DIVERSI AMORI DI MONTEVERDI,
I CONCERTI POMERIDIANI
Dal 27 settembre al 14 ottobre 2018 terza edizione del festival barocco al Teatro Rossini di Lugo con la direzione musicale di Rinaldo Alessandrini: in programma diciotto eventi dei quali tre dedicati al genio di Johann Sebastian Bach. Poi l'opera in prima moderna Arminio di Bononcini, l'oratorio “Ester, liberatrice del popolo ebreo” di Alessandro Stradella, la serenata “Aci, Galatea e Polifemo” di Händel e uno spettacolo su musiche di Monteverdi. Sei i concerti pomeridiani in Sant'Onofrio.
Oltre a Rinaldo Alessandrini e al suo Concerto Italiano, gruppo in residenza presso il Festival, Vanni Moretto con Atalanta Fugiens, Alfredo Bernardini e l'Ensemble Zefiro, il Sogno Barocco con Paolo Perrone, l'Imaginarium Ensemble con Enrico Onofri, l’Alea Ensemble. Fra i cantanti spiccano i nomi di Sara Mingardo, Francesca Aspromonte, Silvia Frigato, Raffaele Giordani, Filippo Mineccia e Carlo Vistoli.
Dopo il successo di pubblico e di critica arriso alle prime due edizioni del Festival PURTIMIRO al Teatro Rossini di Lugo, nato per celebrare i trent'anni della riapertura in epoca moderna del Rossini avvenuta il 3 dicembre 1986, ecco la terza edizione 2018, sempre sotto la direzione musicale di Rinaldo Alessandrini. Clavicembalista, musicologo, direttore, ammirato internazionalmente quale interprete di riferimento per la musica del Sei-Settecento, Rinaldo Alessandrini ha intrapreso nel 2016 l’incarico di direttore musicale del festival assieme a Valerio Tura, consulente artistico, con il preciso proposito di fare di Lugo un centro di eccellenza per la presentazione, e in alcuni casi per la riscoperta, di perle del repertorio operistico italiano del tempo. E ciò valorizzando al massimo l'acustica e la suggestiva ambientazione del Teatro Rossini stesso, restituito all’antico splendore originale, con l’esecuzione di opere e musiche in concerto più o meno coeve rispetto al teatro, o comunque coerenti con le sue davvero rare caratteristiche. È così arrivato alla sua terza edizione PURTIMIRO, un titolo suggestivo che stringe l'incipit del duetto “Pur ti miro, pur ti godo” che compare alla fine dell'opera L'incoronazione di Poppea” di Claudio Monteverdi.
Romano, classe 1960, clavicembalista e leader di Concerto Italiano – gruppo da lui fondato, in residenza al Festival PURTIMIRO – Rinaldo Alessandrini ha in qualche modo rivoluzionato l'interpretazione della musica vocale italiana del Seicento, ricevendo universale plauso da parte del pubblico e della critica.
Diciotto gli appuntamenti barocchi di PURTIMIRO 2018, distribuiti su tre fine settimane dal 27 settembre al 14 ottobre, dal giovedì alla domenica, con la novità dei sei concerti pomeridiani all'Oratorio di Sant'Onofrio il sabato e la domenica alle ore 18, a mo' di preludio del concerto serale al Teatro Rossini.
Come l'anno scorso, PURTIMIRO 2018 si apre nel nome di Bach giovedì 27 settembre alle ore 20.30 con l'esecuzione delle quattro celebri Ouvertures per orchestra BWV 1066-69: quattro capolavori assoluti e diversi fra loro, in cui Johann Sebastian Bach dà un saggio della sua capacità incontrastata di impossessarsi dello stile barocco francese. Rinaldo Alessandrini e il CONCERTO ITALIANO ne saranno i brillanti interpreti.
Venerdì 28 settembre il gruppo ATALANTA FUGIENS diretto da Vanni Moretto sarà interprete del genio di Georg Friedrich Händel: in programma la splendida Serenata a tre voci su libretto di Nicola Giuvo “ACI, GALATEA E POLIFEMO, composta nel 1708 per le nozze del duca di Alvino, coi cantanti solisti Alicia Amo, Marta Fumagalli e Mirco Palazzi.
Sabato 29 settembre ecco un omaggio al lucchese Luigi Boccherini, sia sacro che profano, nel bel recital di Francesca Aspromonte, il soprano rivelazione dei nostri giorni, con l'ALEA ENSEMBLE, quartetto italiano che verrà integrato da Sergio Ciomei al fortepiano e Roberto Coelati al contrabbasso.
Clou dell'intero festival domenica 30 settembre alle 20.30 la prima riproposizione in epoca moderna dell'opera “ARMINIO” di Antonio Maria Bononcini (1677-1726), l'operista attivo a Londra (dove rivaleggiò con Händel) e Vienna, fratello di Giovanni (anche lui operista) e figlio del forse più noto – almeno nell'ambito strumentale – Giovanni Maria Bononcini, nativo di Zocca di Modena. L'opera, che conobbe la sua prima esecuzione il 26 luglio 1706 all'Hoftheater di Vienna e si avvarrà della revisione critica dello stesso Alessandrini, è uno dei migliori esempi di teatro barocco viennese, ambientata ai tempi della celebre battaglia di Teutoburgo in Bassa Sassonia (9 d. C.), allorché il condottiero germanico Arminio sterminò con l'astuzia oltre ventimila soldati romani guidati dal generale Publio Quintilio Varo. Finezza di scrittura, bel melodismo e sottigliezza psicologica caratterizzano quest'opera di Bononcini su testo del raffinato poeta bolognese Pietro Antonio Bernardoni, che per l'occasione verrà eseguita in forma di concerto da un gruppo di giovani cantanti italiani emergenti, tutti reduci da una specifica preparazione nel canto barocco: Giulia Bolcato, Benedetta Corti, Valeria Girardello, Antonio Orsini, Alessandro Ravasio, Enrico Torre, col CONCERTO ITALIANO e Rinaldo Alessandrini sul podio. Questa operazione vuole confermare l’interesse che il Festival dedica alle nuove forze interpretative dei giovani musicisti italiani, interesse che spera di rendere parte cospicua e integrante delle edizioni a venire.
La seconda settimana di PURTIMIRO 2018 si aprirà giovedì 4 ottobre col concerto “Venezia, Roma, Napoli”, cioè concerti e cantate di Vivaldi, Scarlatti, Corelli, Durante e Pergolesi tutti appartenenti alle cosiddette tre scuole del barocco italiano (veneziana, romana, napoletana), con Rinaldo Alessandrini, il CONCERTO ITALIANO e la partecipazione del soprano Sonia Frigato e del trombettista Gabriele Cassone.
“1700” è invece il suggestivo titolo del concerto di venerdì 5 ottobre con gli stessi interpreti, ovviamente riferito all'anno in cui furono pubblicate tutte le musiche strumentali ivi eseguite di autori meno noti quali Evaristo Dall'Abaco, Michele Mascitti, Giuseppe Brescianello e di giganti come Giovanni Battista Sammartini, Baldassare Galuppi, Francesco Geminiani e Antonio Vivaldi. Tutte opere di gran pregio musicale, in parte oggetto dell'ultima registrazione di Rinaldo Alessandrini col CONCERTO ITALIANO, uscita in compact disc in tutto il mondo il 13 aprile scorso per l'etichetta francese Naïve.
Ad Alfredo Bernardini e al suo eccellente gruppo strumentale ENSEMBLE ZEFIRO è affidato il concerto di sabato 6 ottobre dal titolo “Harmoniemusik”, interamente dedicato ad arrangiamenti d'autore per ottetto di fiati di opere di Mozart (Nozze di Figaro e Don Giovanni) e Rossini (Barbiere di Siviglia).
“Diversi tipi d'amore” è l'originale spettacolo con musiche di Claudio Monteverdi e Biagio Marini ideato da Rinaldo Alessandrini, in programma domenica 7 ottobre: è una nuova drammaturgia scenica, una mise en espace delle più belle pagine dalle opere di Monteverdi in cui si esplicano i vari tipi di amore, dall'amore interessato a quello mendace, dalla scoperta dell'amore all'amore ritrovato, subdolo, umiliato, nostalgico, fino al trionfo dell'amore. Il tutto con la partecipazione di grandi interpreti vocali del barocco quali Sara Mingardo, Arianna Venditelli, Carlo Vistoli, Elena Biscuola, Valerio Contaldi, Raffaele Giordani e Gabriele Lombardi.
Di nuovo Bach per l'apertura dell'ultima settimana di Purtimiro 2018, giovedì 11 ottobre al Teatro Rossini, e un titolo piuttosto ingombrante: “Caffè Zimmermann”. Di Johann Sebastian Bach per l'occasione Rinaldo Alessandrini e il Concerto Italiano eseguiranno infatti la Cantata “Non sa che sia dolore” per soprano, traverso e archi BWV 209, poi il Concerto per cembalo e archi BWV 1052, infine la Kaffekantate BWV 211 (Cantata del caffè). Tutte opere cioè create e concepite per essere eseguite al celebre Caffè Zimmermann di Lipsia, dove Bach passava molto del suo tempo libero, diventato leggendario luogo di incontro di artisti, poeti ed intellettuali. Interpreti vocali Valentina Varriale, Raffaele Giordani e Salvo Vitale.
Venerdì 12 ottobre: “Sospiri di dolore, sospiri d'amore” è il bel titolo di argomento inequivocabile col gruppo IL SOGNO BAROCCO diretto da Paolo Perrone e con la partecipazione del contraltista Filippo Mineccia. Un florilegio di arie e cantate sacre del barocco italiano con musiche di Mannelli, Gasparini, Stradella, Durante, Caldara, Bisso.
Sabato 13 ottobre sarà la volta del programma “Non udite lo parlare” (La parola al violino barocco) con l'IMAGINARIUM ENSEMBLE diretto dall'eminente violinista Enrico Onofri: un programma dedicato al rapporto tra voce umana e virtuosismo strumentale italiano dal primo Seicento sino al tardo Barocco, con opere di Cima, Virgiliano, Rognoni, Rognono, Castello, Uccellini, Pandolfi Mealli, Bonporti e Corelli.
Grande concerto di chiusura del festival PURTIMIRO 2018 domenica 14 ottobre con l'esecuzione integrale di un assoluto capolavoro del barocco romano: l'Oratorio in due parti “Ester, liberatrice del popolo ebreo” su libretto di Lelio Orsini del grande e mai sufficientemente lodato Alessandro Stradella. Rinaldo Alessandrini ne sarà quasi sicuramente storico interprete con il CONCERTO ITALIANO al gran completo.
Fra i sei concerti pomeridiani all'Oratorio di Sant'Onofrio (inizio alle ore 18) spiccano i tre appuntamenti per coppie di strumenti – “A due violini”, “A due violoncelli”, “A due arpe” – con grandi interpreti barocchisti come Luca Giardini, Mauro Valli e Mara Galassi (29 settembre, 6 e 14 ottobre), il programma monografico bachiano col flautista Marcello Gatti e il cembalista Francesco Corti (30 settembre), il programma “Vesuvio” con musiche barocche napoletane col gruppo Arsenale Sonoro (7 ottobre), infine “Italo-Teutonica Musa” con musiche di Steffani, Lotti e Händel con la Cappella Augustana di Matteo Messori (13 ottobre)
Molto apprezzati dal pubblico, sono confermati anche nel 2018 tre “Incontri col barocco” a cura del musicologo Enrico Gramigna alla Sala Baracca della Rocca Estense (a ingresso libero): il 28 settembre (Händel e Bononcini), 5 ottobre (La Trascrizione), 12 ottobre (L'Oratorio).
Biglietti da 9 a 32 euro, carnet e abbonamenti vantaggiosi, in vendita dal 18 aprile sul sito www.vivaticket.it
Programma: www.purtimiro.it
Ufficio Stampa Purtimiro
SOSPIRI D’AMORE COL SOGNO BAROCCO
Venerdì 12 al festival “Purtimiro” musiche di Mannelli, Gasparini, Stradella, Durante, Caldara e Bisso nel programma del gruppo Il Sogno Barocco diretto dal violinista Paolo Perrone, ospite vocale il controtenore Filippo Mineccia.
Quattordicesimo concerto di Purtimiro 2018 quello di venerdì 12 ottobre alle 20.30 al Teatro Rossini di Lugo, col gruppo Il Sogno Barocco diretto dal violinista Paolo Perrone, ospite vocale il controtenore Filippo Mineccia. Pochi dubbi lascia il titolo del concerto: “SOSPIRI DI DOLORE… SOSPIRI D’AMORE”, cioè una ricca antologia di arie barocche da cantate sacre di autori come Francesco Gasparini, Francesco Durante, Antonio Caldara e Matteo Bisso, alternate a musiche strumentali di Carlo Mannelli, Alessandro Stradella e dello stesso Caldara. Un tipo di musica che, pur essendo destinata all’oratorio sacro, trasuda emozioni, permeata fin dalle midolla da tutto ciò che è umano. Si apre con l’Aria di San Giovanni dall’oratorio Erode di Francesco Gasparini, il cui incipit recita “Non sa chi non è amante/che cosa sia aspettar,/non sa che un solo istante/è un secolo di pene,/e lungi dal suo bene/è forza il sospirar”. Si prosegue con la cantata spirituale Crudeltà di Nerone di Francesco Durante, poi l’aria “Da quel strale” dalla cantata Maddalena ai piedi di Cristo di Caldara, per finire con l’aria “Se volgi al ciel turbato” dalla Cantata di Sant’Anastasio Patriarca di Alessandria di Matteo Bisso.
Piena di umane emozioni si presenta la vita violenta di Alessandro Stradella, incredibilmente costellata di accadimenti scabrosi che contrastano e forse amplificano la spiritualità dei suoi lavori più sacri, a partire dal San Giovanni Battista. Allo stesso modo il rigido contrappunto di Antonio Caldara, considerato uno dei più grandi maestri di armonia del suo tempo, è come straziato da dissonanze che arrivano al cuore. C'è poi il sentimentalismo elegante del napoletano Francesco Durante, e l’inquietudine formale di Carlo Mannelli, uno dei massimi violinisti e compositori della scuola romana pre-corelliana.
Tutti questi compositori vissero a Roma, città dove si potevano respirare quelle atmosfere miste di spiritualità altissima e di estrema carnalità, fra i vicoli del centro che al calar della sera pullulavano di ladri, prostitute, malintenzionati. È qui che i sospiri di dolore e d’amore sublimavano fino ad incastonarsi nel firmamento delle opere d’arte più raffinate, nella musica più eminentemente sacra, ma proprio per questo anche più umana.
Interpreti a Lugo saranno il violinista Paolo Perrone col suo Sogno Barocco, gruppo che suona con strumenti originali fra i migliori dell’ultima generazione, e dal controtenore Filippo Mineccia, allievo di Gianni Fabbrini e Donatella Debolini, che svolge un’intensa attività concertistica e di ricerca riguardante il repertorio vocale dei cantanti evirati, ricostruendo carriere, biografie, prassi esecutiva dei più importanti virtuosi dell’epoca barocca.
Per prepararsi adeguatamente all’ascolto di questo concerto è consigliabile recarsi alla conferenza “L’oratorio, la rappresentazione del sacro” che il musicologo Enrico Gramigna terrà sempre domani venerdì 12 ottobre alle ore 18 presso la Sala Baracca della Rocca Estense (ingresso libero), ultimo appuntamento del fortunato ciclo “Conoscere il Barocco”.
Purtimiro prosegue sabato 13 ottobre con due appuntamenti di prestigio: alle 18 all’Oratorio Sant’Onofrio il gruppo Cappella Augustana diretto da Matteo Messori col programma “ITALO-TEUTONICA MUSA”, musiche di Steffani, Lotti e Händel, quindi alle 20.30 al Teatro Rossini col programma “NON UDITE LO PARLARE?” (La parola al violino nell’età del Barocco) col gruppo Imaginarium Ensemble diretto da Enrico Onofri, musiche di Cima, Virgiliano, Rognoni, Rognono, Castello, Uccellini, Pandolfi Mealli, Bonporti e Corelli.
I biglietti per questi concerti vanno da 9 a 27 euro e sono in prevendita sul sito www.vivaticket.it o presso il botteghino del teatro, tel 0545 38542, info@teatrorossini.it.
Programma dettagliato su www.purtimiro.it
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Teatro Rossini Venerdì 12 ottobre 2018 ore 20.30
SOSPIRI DI DOLORE... SOSPIRI D'AMORE Arie e cantate sacre del barocco italiano
IL SOGNO BAROCCO diretto da Paolo Perrone
Filippo Mineccia, alto Paolo Perrone & Gabriele Politi, violino Rebeca Ferri, violoncello Matteo Coticoni, contrabbasso Francesco Tomasi, tiorba Andrea Buccarella, cembalo e organo
Carlo Mannelli (1640 - 1697) Sonata a tre op. 2 n. 4 in la minore "La Vecchi"
Allegro – Adagio - Allegro [senza indicazione di tempo]
Canzona Adagio [senza indicazione di tempo]
Francesco Gasparini (1661 - 1727) Aria di San Giovanni "Non sa chi non è amante" da Erode ("Scritta otto giorni avanti di sua malattia e morte")
Alessandro Stradella (1639 - 1682) Allegro dalla Sonata a tre n. 8 in la minore
Francesco Gasparini Aria "Se piange l’aurora" da Santa Maria Egeziaca
Alessandro Stradella Andante dalla Sonata a tre n. 8 in la minore
Francesco Durante (1684 - 1755) "Crudeltà di Nerone" da Sei cantate spirituali
Antonio Caldara (1670 - 1736) Grave dalla Sonata a tre op. 1 n. 5 in mi minore Aria "Da quel strale" da Maddalena ai piedi di Cristo Vivace dalla Sonata a tre op. 1 n. 5 in mi minore
Matteo Bisso (1705 - 1776) Aria "Se volgi al ciel turbato" da Sant'Atanasio patriarca di Alessandria
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Sospiri di dolore… sospiri d’amore
Non sa chi non è amante/ che cosa sia aspettar,/ non sa che un solo istante/ è un secolo di pene,/ e lungi dal suo bene/ è forza il sospirar. Così comincia la prima aria del concerto di questa sera. Proviene dall’oratorio Erode di Francesco Gasparini, composto alla vigilia della morte che lo colse a Roma il 22 marzo 1727. Non musica liturgica e nemmeno sacra in senso stretto, l'oratorio del Sei-Settecento; piuttosto il "perfetto melodramma spirituale" auspicato dall’abate romano Arcangelo Spagna, autore di numerosi libretti oratoriali. Musica drammatica, teatro senza scene né costumi abitato da personaggi usciti dall’Antico e dal Nuovo Testamento o dalle Vite dei Santi; battaglie di angeli e demoni, concretissime storie d'amore e di efferata crudeltà abbinate all'astratta personificazione di concetti teologici.
Musica che trasuda emozioni, permeata fin nelle midolla da tutto ciò che è umano. Così come la vita violenta di Alessandro Stradella è costellata di situazioni e accadimenti che contraddicono (o magari amplificano?) la devozione dei suoi oratorii più ispirati, dall’Ester liberatrice del popolo hebreo, al San Giovanni Battista, alla Susanna. Ma anche il contrappunto di Caldara – uno dei più grandi maestri d’ armonia del suo tempo – lacerato da dissonanze che arrivano al cuore, e l’ombrosa sensibilità di Durante, e l'inquietudine formale di Carlo Mannelli (1640-1697), fra i massimi violinisti e compositori della scuola romana pre-corelliana. Tutti sono segni profondi di quella visione antropologica che dominò lo stile di vita per oltre un secolo: il Barocco, concetto che dall’architettura e dalle arti figurative si estende alla letteratura, alla musica, al costume quotidiano, alla sensibilità religiosa, alla percezione della storia antica. Così anche il lamento di Seneca fatto assassinare da Nerone trova ospitalità nella sfera dell'exemplum "morale e spirituale" attraverso gli stilemi della cantata arcadica depurati dall'eterna casistica galante di ninfe e pastori.
La musica di Mannelli rappresenta lo stile romano giunto a piena maturazione. Qui la ricerca formale lascia ancora spazio ad una capricciosa iridescenza del materiale tematico, tratto distintivo di molta musica precedente la riforma corelliana. La sua Sonata a tre op. 2 n. 4 viene qui eseguita nell’ambito del progetto su Mannelli portato avanti da Il Sogno Barocco, così come gl'inediti di Gasparini, Durante e Bisso costituiscono esperienze del tutto nuove per l'ascoltatore odierno. Roma fu il centro nevralgico e la fucina di un modo di pensare l’arte: tutti i compositori in programma vissero a nella Città Eterna, chi per qualche anno, chi per l’intera esistenza. Incontrando sul proprio percorso, oltre a mecenati come i cardinali Ottoboni, Pamphili e Colonna o il principe Ruspoli, eminenti colleghi quali Pasquini e Corelli, Händel e Scarlatti. Nella Roma barocca – fra basiliche, conventi e processioni, nei sontuosi palazzi nobiliari, nei teatri e nelle feste popolari, nelle taverne di quei vicoli che al calar della sera pullulavano di ladri, prostitute e malintenzionati – si respiravano atmosfere miste di spiritualità altissima, violenza e lasciva carnalità, in cui gemiti di passione, sospiri di dolore e sospiri d’amore sublimavano nello specchio dell'arte fino ad incastonarsi nel firmamento di una bellezza senza tempo.
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Sospiri di dolore… sospiri d’amore Arie e cantate sacre del barocco italiano
Francesco Gasparini (1661-1727)
Aria di San Giovanni "Non sa chi non è amante" da: Erode ("Scritta otto giorni avanti di sua malattia e morte")
Non sa chi non è amante che cosa sia aspettar.
Non sa che un solo istante è un secolo di pene, e lungi dal suo bene è forza il sospirar.
Aria "Se piange l’aurora" da: Santa Maria Egeziaca
Se piange l'aurora ingemma ed infiora il prato e il mar,
e un'alma pentita rinnuova la vita col suo lagrimar.
Francesco Durante (1684-1755)
"Crudeltà di Nerone" da: Sei cantate spirituali
Vincesti pur, vincesti, barbaro domator del Lazio impero, e se col sangue mio fai strazio, o fiero, a tuo, non a mio danno, saprà punirti il Ciel, empio tiranno. Vincesti, empio Nerone, ma svenando il Maestro il ciel, la terra par che sì ti grida: "Vanne, o mostro del mondo, dove stanno i tuoi pari al basso fondo".
Numi, o voi che in Ciel regnate, fulminate questo mostro d’empietà.
Una furia troppo ingrata, dispietata, non è degna di pietà.
Ma già l'ora fatal via pur s'appressa veloce al mio morir, Claudio spietato. Estingui, o scellerato, col mio sangue la sete. E voi, di Roma che al fine lagrimaste, ascrivete, intagliate su le ceneri mie le pompe usate. Saziati pure, o terra, del mio sangue sparso. Ecco già moro, ah! Son tutto ardire, fuoco. Ma dove, dove? Ahi lasso! Manca il cor, manca il piè, vacilla il passo.
Piangi o Roma e su 'l mio fine da' principio a lagrimar.
Piangon l'erbe, i fiumi e i fonti, ed ancor i sassi e i monti han pietà del mio penar.
Antonio Caldara (1670-1736)
Aria "Da quel strale" da: Maddalena ai piedi di Cristo
Da quel strale che stilla veleno beve l’alma un sol cieco furor.
Ma se il cielo con bella pietade di quel strale scopre il male, sol rimane nell'alma il dolor.
Matteo Bisso (1705-1776)
Aria "Se volgi al ciel turbato" da: Sant'Atanasio patriarca di Alessandria
Se volgi al ciel turbato da questa parte i rai, un'iride vedrai che ti consola ognor.
Se poi da un altro lato miri l'oggetto istesso, sì nero appar che spesso d'orror ricolma il cor.