Sharing Design
Green Utopia
Da Martedì 14 Aprile a Venerdì 08 Maggio 2015 - dalle ore 11:00 alle ore 24:00
Fabbrica del Vapore - Via Procaccini 4 - Milano (MI)
Sharing Design Green Utopia II EDIZIONE
A cura di Milano Makers in coproduzione con il Comune di Milano coordinamento generale Cesare Castelli
Dal 14 aprile all’8 maggio 2015, dalle ore 11 alle ore 24.00 Fabbrica del Vapore - via Procaccini 4, 20154 Milano (MI)
Milano, 10 marzo 2015 – Dopo il successo della passata edizione, anche quest’anno in occasione del Fuorisalone 2015, negli spazi della Fabbrica del Vapore – la Cattedrale e il piazzale antistante – a Milano in via Procaccini 4, torna SHARING DESIGN – GREEN UTOPIA, a cura di Milano Makers in coproduzione con il Comune di Milano e con il patrocinio di ADI Associazione per il disegno Industriale Delegazione Lombardia.
Riprendendo e ampliando la mostra presentata nel 2014 con grande interesse di pubblico e stampa, e con un ulteriore approfondimento del tema di Expo 2015, “Nutrire il pianeta, Energia per la vita”, Milano Makers torna in Fabbrica del Vapore con un innovativo modello di hub capace di coniugare creatività, sapienza artigianale e padronanza delle nuove tecnologie, e avendo come riferimento la cultura del progetto intesa come sapere collettivo che si autoalimenta nel confronto tra tre diverse conoscenze: quella di natura nozionistica, ma vivace, propria dei giovani; quella propria del fare pratico, di diretta derivazione rinascimentale e caratteristica degli artigiani e degli autoproduttori, e infine quella tecnologica, derivata dall’impiego di nuovi materiali e di innovative tecnologie.
Come scrive Cesare Castelli in “Makers in Italia” (a cura di Cesare Castelli, Maria Christina Hamel, Maurizio Corrado, MIMA edizioni, 2014) volume che raccoglie i primi due anni di vita dell’associazione, il concetto di sharing design che dà il titolo alla manifestazione deriva direttamente da quello di sharing economy, qui reinterpretato come “condivisione dei mezzi per giungere all'affermazione della creatività dei singoli individui, resa possibile dal poter disporre di tecnologie a basso costo che, guidate dalla sapienza tipica degli artigiani e dall'uso di materiali innovativi, permette di ridefinire i criteri di progettazione dei beni di uso comune evitando la spersonalizzazione tipica della grande distribuzione. Questo vale anche per le modalità espositive, consentendo ad ogni makers-autoproduttore di avere accesso a manifestazioni altrimenti impossibili da raggiungere. Seguendo questo ragionamento, una volta stabiliti i criteri base entro cui sviluppare le singole aree tematiche, i vari gruppi in modo autonomo sviluppano la loro capacità propositiva attraverso una vera e propria auto generazione progettuale collettiva. Non più un dominus che chiama a raccolta singoli progettisti o aziende che presentano collezioni, ma lavori di gruppo che si concentrano su un focus determinato da uno sforzo di sintesi creativa collettivo, dove il lato estetico è la conseguenza dell’ispirazione che sta alla base dell’unità del gruppo”.
Negli oltre 3000 metri quadrati della Fabbrica del Vapore, per l’occasione trasformati in spazio espositivo, ma anche luogo di produzione, di formazione e laboratorio creativo, nel corso dei 25 giorni di allestimento si alterneranno senza soluzione di continuità mostre, performance e spettacoli live, incontri.
Anche quest’anno, accanto ai lavori in esposizione trovano luogo un bookstore e un servizio di ristorazione e bar attivo tutti i giorni dalle ore 11 alle ore 24
GREEN UTOPIA La seconda edizione della città vegetale con architetture di salice, arundo donax, bambù, paglia, terra cruda a cura di Maurizio Corrado
Dall’14 aprile all’8 maggio, negli spazi della Fabbrica del Vapore, si volgerà la seconda edizione di Green Utopia, una piccola città utopica di duemila metri quadri con esempi reali di architettura vegetale: salice, arundo donax, bambù, paglia, terra cruda, la più innovativa e concreta risposta alle esigenze di sostenibilità contemporanee nell’architettura e nel design.
Il filo conduttore di questa seconda edizione è il ‘Pleistocene’, una proposta di azzeramento totale dal quale si può ripartire usando il corpo e ciò che lo circonda. La città vegetale vivrà di giorno con laboratori e workshop mentre la sera si accenderà di luci, proiezioni, musica, teatro, performance trasformando l’utopia green in uno spettacolo continuo.
La prima edizione di Green Utopia ha dimostrato nei fatti che un altro modo di costruire è possibile e ha indicato una direzione: costruire il proprio spazio con le proprie mani, coi materiali che la terra ci offre da sempre, terra, piante, immaginazione, soprattutto questa, la capacità di immaginare il proprio futuro realizzandolo senza aspettare che cali dall’alto. Riprendere il contatto sacro con la terra, sviluppare quello che siamo sempre stati da duecentomila anni, esseri mobili fatti per stare all’aperto.
La seconda edizione approfondisce proprio questo tema, riallacciandosi a un movimento culturale più vasto che prende il nome di ‘Paradigma Pleistocene’ che sarà sviluppato in particolare nell’evento PLEISTOCITY, tre giorni di cultura pleistocenica a cura di Matteo Meschiari, Maurizio Corrado e Francesco Gori, che si svolgeranno all’interno di Green Utopia il 23, 24 e 25 aprile. Tra civiltà e apocalisse, tra decadenza e progresso, c’è un prima e un dopo che inspiegabilmente attrae. Gli storici lo chiamano Preistoria, gli ambientalisti Wilderness, i filosofi Utopia, ma più che uno spazio nel tempo o un tempo nello spazio è un modo di vedere il mondo per intuizioni, un sistema di visioni e d’idee che aiuta a pensare il contemporaneo. Il Paradigma Pleistocene, da Giordano Bruno a Paul Shepard, da Lascaux a Keith Haring, attraversa in modo trasversale il pensiero scientifico, filosofico, religioso, emerge nell’arte e nelle abitudini alimentari, e si riassume in un’idea: noi siamo chi eravamo, fatti per muoverci e per stare fuori, siamo memoria genetica e incarnazione attuale dell’uomo del Paleolitico. Mobilità, leggerezza, manualità, ricerca dell’essenziale, materiali primari, comunità, racconto: le tracce di questa presenza sono ovunque e vivranno durante Green Utopia.
Green Utopia è anche una mostra di architettura vegetale, per la prima volta in Italia si vedranno le architetture di bambù e Arundo Donax del gruppo Caña Viva di Barcellona, una torre di sei metri progettata dallo studio Ziegert Roswag Seiler Architekten Ingenieure di Berlino e realizzata da Bambuseto, case in pannelli di paglia, legno, terra cruda, architetture di salice vivo, boschi della mente vincitori del concorso Forest Graal.
GREEN UTOPIA MILANO EXPO 2015 A cura di Maurizio Corrado. In collaborazione con Milano Makers.
Gruppo di progettazione: Luca Gnizio, Giacomo Mencarini, Andrea Facchi, Facoltà di Ingegneria dell’Università La Sapienza di Roma, studio Ziegert Roswag Seiler Architekten Ingenieure di Berlino, Caña Viva di Barcellona.
Istallazioni Gaetano Fracassio, Tarshito, Roberto Maci. Visual marketing Paolo Schianchi, Christiane Burklein, Francesco Cibati. Media partner Wolters Kluwer Italia.
Patrocini Accademia di Belle Arti di Verona; Accademia di Belle Arti di Bologna; La Sapienza Università di Roma, Facoltà di Architettura, Dipartimento di architettura e progetto; DMC Design Management Consulting, ADI Associazione Design Industriale. Con l’adesione di AIAPP, Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio, sez. Lombardia.
www.facebook.com/GreenUtopiaArchitetturaVegetale http://greenutopia.architetto.info/