Personale Di Fausto Podavini
Mirella - un altro punto di vista sull'Alzheimer
Da Sabato 21 Marzo a Sabato 18 Aprile 2015 -
Torre Pellice (TO)
Personale di Fausto Podavini MiRelLa un altro punto di vista sull’Alzheimer
Da sabato 21 marzo a sabato 18 aprile 2015 Galleria Scroppo, Via D’Azeglio, 10 – Torre Pellice (To) Orari - Martedì, mercoledì, giovedì (15.30/18.30) Venerdì e sabato (10.20/12.30)
Fausto Podavini è un fotografo professionista e cosmopolita che ama raccontare storie e viverle in prima persona, restituendone l’emozione attraverso la sua macchina fotografica. Attratto dal reportage sociale, che considera una delle più alte forme espressive fotografiche, ha realizzato lavori in varie parti del mondo, inclusa l’Italia dove ha lavorato ad uno dei progetti più lunghi della sua carriera, ossia MiRelLa. Un incredibile progetto fotografico che prende ispirazione dalla vita reale, quella di Mirella, moglie di Luigi, affetto da Alzheimer. Un insieme di scatti testimoni di una storia toccante, quella di una donna che ha accudito il marito malato fino alla sua morte, raccontata in maniera delicata ed empatica dal fotografo romano che ha lavorato al progetto per ben 4 anni, seguendo la coppia nella sua vita quotidiana. Un esempio di reportage intimistico che gli è valso il premio “Daily Life” del World Press Photo 2013, uno dei maggiori riconoscimenti nell’ambito del fotogiornalismo. Podavini, che ha raccolto le sue immagini nel libro “MiRelLa”, ha realizzato anche un multimediale tratto dal suo reportage, premiato nella sezione “Motion Features” del prestigioso concorso internazionale Pictures of the Year 2014. Multimediale che Fausto Podavini presenterà sabato 21 marzo, alle ore 17, in occasione dell’inaugurazione della mostra MiRelLa, presso la Galleria Scroppo di Torre Pellice (To). In attesa di vivere in prima persona questo reportage sociale dalle diverse sfaccettature, scopriamo insieme all’autore qualcosa in più sul progetto.
Come nasce “MiRelLa”?
Sempre più attratto dal reportage sociale, del quale mi occupavo da diversi anni, nel momento in cui vengo a sapere della malattia di Luigi, a cui avevano diagnosticato la demenza senile, ho deciso di provare a raccontare questa storia attraverso la fotografia. Un progetto in continuo divenire che ha assunto forme diverse nell’arco degli anni fino a trovare la sua giusta collocazione.
In che senso?
Sono partito con la volontà di documentare la malattia di Luigi ma col tempo mi sono accorto che stavo realizzando l’ennesimo reportage sociale: solo quando ho deciso di concentrare il lavoro su Mirella, il progetto ha assunto un valore diverso. Ribaltando il punto di vista, quindi osservando la demenza senile dalla parte di chi accudisce il malato - la moglie di Luigi, appunto -, il lavoro ha assunto connotazioni completamente diverse: non solo un reportage sull’Alzheimer ma un racconto per immagini che regala amore, speranza, vita, morte ma, soprattutto, la dedizione e l’affetto smisurato di una donna nei confronti del marito malato che ha accudito fino alla morte.
Cosa ti ha lasciato questo progetto?
Difficile da spiegare a parole. È stato un lavoro impegnativo, devastante, forte, soprattutto a livello personale ed emotivo. Le difficoltà fotografiche sono state niente rispetto a quelle emotive: spostando l’obiettivo su Mirella, ho cercato di raccontare la quotidianità di chi assiste un malato: una quotidianità fatta di oggetti, gesti, attenzioni, dove giorno dopo giorno, speranza, ricordi, dolore, amore si intrecciano in un continuo gioco di emozioni. Il progetto MiRelLa è stato anche un’importante occasione di crescita professionale: i riconoscimenti e la visibilità ottenuti mi hanno permesso di parlare di Alzheimer ad un pubblico sempre internazionale.
Perché il bianco e nero?
MiRelLa non è un lavoro descrittivo e documentaristico, bensì un lavoro basato sull’emotività e sulla sospensione dei gesti: gesti che devono restituire una certa emotività che solo il bianco e nero è in grado di enfatizzare al meglio. Inoltre, gli scatti sono stati realizzati tutti all’interno dell’appartamento e, con l’utilizzo del colore, avrei rischiato di deviare l’attenzione.
MiRelLa è anche libro fotografico: perché?
È stato lo step finale di un lungo lavoro nonché l’unico modo per poter presentare il progetto MiRelLa nella sua interezza, ossia 42 fotografie, che parlino al mondo diffondendo il più possibile un’informazione corretta ed aggiornata sull’Alzheimer.
MiRelLa Mostra fotografica di Fausto Podavini
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