Una Giornata In Wolf House
Reportage Fotografico Dell’artista Barbara Frascà
Da Lunedì 27 a Mercoledì 29 Giugno 2016 - dalle ore 19:30 alle ore 23:55
Varco - Pigneto - Via Fanfulla Da Lodi, 1c - Roma (RM)
UNA GIORNATA IN WOLF HOUSE REPORTAGE FOTOGRAFICO DI BARBARA FRASCA'
surfare è un po' come danzare, scivolare sulle onde, essere leggiadri, leggeri, un po' come volare, con piccoli movimenti sinuosi.
VARCO - PIGNETO VIA FANFULLA DA LODI 1C – ROMA INAUGURAZIONE 27 GIUGNO 2016 ORE 19:30 – 24:00
Si terrà da lunedì 27 a mercoledì 29 Giugno al Varco - Pigneto di Roma, dalle ore 19:30 alle ore 24:00, "Una giornata in Wolf House", reportage fotografico dell’artista Barbara Frascà.
La Wolf House è un punto di ritrovo per tanti amanti del surf, del mare e della natura. Casa mobile che dalle Canarie si è spostata in Spagna, nei pressi di Loredo. La Wolf House è gestita da Camilla ed Alessandro, che hanno fatto del surf un vero e proprio stile di vita. Questa giovane coppia ha aperto le porte della loro surf house all'obiettivo di Barbara Frascà, rendendo immortale il loro quotidiano.
Il percorso della mostra multimediale di Barbara Frascà inizia con uno spazio vuoto illuminato da un occhio di bue. Il visitatore lo attraversa e ne diventa il protagonista. Questo spazio vuoto, Camilla se lo ritaglia ogni giorno attraverso lunghe camminate riflessive e surfando. Il reportage ripercorre una giornata tipo di Camilla. Tutto ruota intorno alla Wolf House, che rappresenta la vita che desiderava e che ora vive. Le 46 fotografie che compongono il percorso, conducono ad un video in cui l'unico suono presente è il suono dell'oceano. Al centro della sala, posizionate a terra, vi sono otto mini tavole da longboard sulle quali sono incise le parole, domande e risposte, dell'intervista che l’artista romana ha rivolto a Camilla per mettere a nudo le sue passioni. Le mini tavole formano un vortice marino ad indicare il centro verso cui deve dirigersi l'attenzione finale della mostra.
Il percorso tracciato dalle fotografie è un'onda sinusoidale: secondo il teorema di Fourier, ogni onda può essere scritta come sommatoria (eventualmente infinita) di semplici onde armoniche. Una mostra dove la natura si concilia con l'uomo, dove trapela la quiete, la pace interiore, l'armonia di uno stile di vita lontano dal frastuono delle nostre città e lontano da quel modus vivendi dato culturalmente e che noi perpetriamo quasi inconsapevolmente.
Uno degli sponsor della mostra è YogAyur - Naturale Benessere che il 28 ed il 29 Giugno dalle 18.30 alle 19.30, farà sperimentare le virtù e i benefici dello Yoga.
YogAyur - Naturale Benessere vi aspetta per un’ora di YOGA FLOW per imparare a conoscere e cavalcare la propria onda di energia interiore. La lezione sarà su prenotazione e ad offerta libera.
"Una giornata in Wolf House" ha ottenuto il patrocinio della FISURF (Federazione Italiana Surfing) ed è realizzata in collaborazione con WOLF HOUSE, MALìKA, BANZAI SUP SCHOOL e SURF4CHILDREN.
BIO ARTISTA
Barbara Frascà, vive e lavora a Roma. Artista poliedrica, spazia dal teatro alla scrittura. Si accosta al mezzo fotografico contaminando i vari linguaggi. Espone in varie gallerie la mostra fotografica interattiva Frammenti Metropolitani – indagine emotiva di una cittadina/turista al di sopra di ogni metropoli. Una mostra di fotografie il cui soggetto è la metropoli di oggi con le sue architetture e luoghi di incontro. Porta la sua seconda mostra a Roma, Visioni da un film – L'odio. Un lavoro fotografico che offre una nuova prospettiva sulle immagini del capolavoro in bianco e nero diretto da Mathieu Kassovitz nel 1995. In occasione del XX anniversario del film, la mostra è stata portata il 6 dicembre 2015 al Monk Club di Roma, insieme alla sonorizzazione live, da parte degli Asian Dub Foundation, della soundtrack originale che accompagna il film. INFO MOSTRA
UNA GIORNATA IN WOLF HOUSE Reportage fotografico di Barbara Frascà Varco – Pigneto (Via Fanfulla da Lodi, 1C – Roma) Inaugurazione 27 Giugno 2016 ore 19:30 – 24:00 Durata mostra: 27, 28, 29 Giugno 2016. Orario: 19:30 – 24:00 Free Entry Yoga Flow – Lezione di Yoga Per info e prenotazioni: 380.3270932 info@yogayur.it FB:Yogayur
NOTE DELL' ARTISTA
Il percorso della mostra multimediale, con fotografie, video e intervista, inizia con uno spazio vuoto illuminato da un occhio di bue. Questo spazio rappresenta il dialogo intimo con noi stessi, rappresenta l'essenza e la verità di ciò che siamo, rappresenta la scoperta di ciò che desideriamo. Così come nello spazio vuoto di Peter Brook risulta fondamentale “rimuovere tutto ciò che non è strettamente necessario e intensificare ciò che rimane”, anche nello spazio vuoto all'interno dell'esposizione si verifica qualcosa di simile. Il visitatore lo attraversa, ne diventa il protagonista e sostando nel cono di luce, si relaziona alla sua parte più intima senza scenografie o inganni. Questo porta al trionfo della sua spontaneità mentre gli altri visitatori si fanno pubblico intorno alla verità di quel momento. Un'azione teatrale all'interno di una mostra. Lo spazio vuoto è uno spazio catartico. Si passa da uno spazio esterno, caotico e metropolitano, ad uno spazio in cui ci si relaziona con la propria coscienza, con quella "somma di tutte le possibilità, ciò da cui nascono le forme della vita" di cui parlava Brook. Si passa, quindi, da una società strutturata nella quale si è ingranaggio funzionale e privo di autonomia, ad una dimensione fluida in cui guardandosi dentro, si può creare la vita che si desidera. Un "passaggio senza interruzione dal fuori al dentro" e che in un lampo ti catalizza verso la mostra, ti catapulta verso una nuova possibilità di vita. Quella che Camilla ha creato intorno alla Wolf House.
Questo spazio vuoto, Camilla se lo ritaglia ogni giorno attraverso lunghe camminate riflessive e surfando. Spazio interiore che chi vive nella frenesia delle metropoli ha forse dimenticato. Le 46 fotografie che compongono il percorso, conducono ad un video in cui l'unico suono presente è il suono dell'oceano. Una giornata in Wolf House non è una mostra sul surf o sui surfisti, è molto di più. E' una mostra sulla capacità di cercare il proprio io, sulla capacità di mettersi in gioco per adottare lo stile di vita che si desidera realmente. Camilla, grazie a quello spazio vuoto che si è creata in passato e che continua a cercare quotidianamente, ci è riuscita facendo nascere insieme ad Alessandro, la Wolf House. La mostra è un reportage su una sua giornata tipo, una giornata che si ripete, come tante altre, ma il cui stile non è stato assunto perchè già dato, piuttosto è stato scelto grazie ad una profonda consapevolezza di sè. Tutto ruota intorno alla Wolf House, che rappresenta la vita che sognava e che ora vive. Al centro della sala, posizionate a terra, vi sono otto mini tavole da longboard sulle quali è stampata l'intervista che ho fatto a Camilla per mettere a nudo le sue passioni. Le mini tavole formano un vortice marino ad indicare il centro verso cui deve dirigersi l'attenzione finale della mostra. Un percorso che inizia con uno spazio vuoto, quel silenzio interiore che porta alla nostra essenza e che Camilla ha scoperto per sè. Prosegue con le foto che narrano una giornata tipo al'interno della Wolf House, intorno a cui ruota lo stile di vita che Camilla ha scelto consapevolmente. Il video ci fa ascoltare in loop il suono dell'oceano come un mantra interno che ci rilassa. E l'intervista dà voce a ciò che gli scatti non sono riusciti ad immortalare. La mostra risucchia la nostra mente, impone al nostro pensiero di riflettere sulla società in cui viviamo così famelica di potere e denaro, che deturpa il nostro tempo facendo sì che questo ruoti principalmente intorno al lavoro, privandoci del contatto con i nostri spazi liberi, vitali, di comprensione del proprio sé e del mondo in cui viviamo. Il percorso tracciato dalle fotografie è un'onda sinusoidale: secondo il teorema di Fourier, ogni onda può essere scritta come sommatoria (eventualmente infinita) di semplici onde armoniche. Una mostra dove la natura si concilia con l'uomo, dove trapela la quiete, la pace interiore, l'armonia di uno stile di vita lontano dal frastuono delle nostre città e lontano da quel modus vivendi dato culturalmente e che noi perpetriamo quasi inconsapevolmente.
La musica scelta per il trailer di presentazione della mostra, è " Bustin surfboards" dei Tornadoes (fa parte della colonna sonora del film Pulp Fiction di Tarantino che amo particolarmente).
Vorrei ringraziare Alessandro Demartini e Camilla Michetti per avermi dato la possibilità di realizzare questo reportage. Hanno aperto le porte della Wolf House credendo in questo progetto e rendendo pubblico uno stile di vita che non tutti conoscono. Inoltre l'intervista fatta a Camilla ha dato ampio respiro alle foto della mostra. Senza di questa, sarebbe mancato il battito vitale che si cela dietro ogni scatto e il senso profondo della mostra. Ringrazio anche Filippo e Gioia, i miei due insegnanti di sup, che nel realizzare a Loredo il loro primo surf-camp della Banzai Sup School, mi hanno fatto conoscere Ale e Cami. Senza di loro non sarebbe nato nulla. Questa mostra è anche un omaggio all'acqua, ai tanti effetti positivi che ha su di noi. Il mare per me rappresenta la calma. L'acqua è come il ventre materno. Ti culla e ti rigenera.
In ultimo, dedico questa mostra a mio padre, venuto a mancare recentemente. Sempre presente e così generoso, mi ha accompagnato e sostenuto nelle mie scelte, espandendo il mio senso di libertà e facendomi volare verso lidi che mi appartengono.