Lacerazione E Sentimento
Opere Di Franco Benvenuti E Di Cinzia Mangoni
Da Domenica 18 Dicembre 2016 a Domenica 01 Gennaio 2017 - dalle ore 16:00 alle ore 19:30
Spazio Espositivo Sopra Le Logge - Piazza Xx Settembre - Pisa (PI)
“Lacerazione e Sentimento” sono i temi trattati dai due artisti: ad un primo, superficiale esame, mi era sembrato di poter attribuire il tema della
Lacerazione alle opere di Franco Benvenuti e quello del Sentimento a quelle di Cinzia Mangoni ma ad un successivo esame mi è apparso evidente che i due temi hanno ispirato entrambi gli artisti, anche se con modalità espressive diverse.
La scelta degli autori di presentare le opere senza indicarne il titolo, con solo una indicazione generica, non è casuale ma è finalizzata a favorire l' autonomia di pensiero del visitatore / spettatore che viene subito coinvolto in una riflessione sulle contraddizioni che ci accompagnano nella nostra vita quotidiana e sulla nostra personale visione del mondo in cui viviamo.
Le opere di Franco sono sospese, ci sovrastano, sono idee che fluttuano nell'aria, sono le sue meditazioni, le sue considerazioni, qualche volta piuttosto negative, su quanto ci circonda, altre volte più ottimiste o davvero entusiastiche:
da qui la scelta del colore nero, del bianco e delle inclusioni d'oro con l'esclusione intenzionale di tutti gli altri colori che potrebbero distrarre il visitatore dall'intensità drammatica delle opere stesse.
Le opere di Franco vanno viste in un continuum, come una ininterrotta sequenza, cercando di abbandonarsi a un flusso di pensieri e sensazioni attuando così un processo di associazione di idee che ci induca a riflettere su noi stessi e sulla nostra relazione con gli altri e la società.
Cinzia usa un mezzo espressivo diverso e si è dedicata al recupero di oggetti abbandonati, ormai privi di qualsiasi utilità pratica. Sono cose che hanno vissuto con noi, influenzando la nostra vita in maniere diverse, dalla seggiola sfondata che ci propone il tema dell'assenza di coloro che la hanno usata, al filo spinato, che allude a drammatiche divisioni, sia reali che metaforiche.
I frammenti di specchio, oggetto epifanico per eccellenza, ci consentono di guardare noi stessi e vederci riflessi in un modo molto diverso, frammentato e, allo stesso tempo, fantasticare su tutte le immagini che in esso si sono succedute nel tempo.
Questi oggetti, uno separato dall'altro, rimarrebbero legati alla loro unica antica funzione ma accostati gli uni agli altri in un processo compositivo realizzato dall'artista, acquistano nuova vita, dignità nuova nella nostra mente e diventano idee, sensazioni, memorie e nuovi significati.
Quando un turista visita un grande monumento artistico per la prima volta, per esempio, Piazza dei Miracoli, se vuole veramente apprezzarne la bellezza, deve abbandonarsi e dimenticare le innumerevoli immagini relative all'oggetto, già presenti nella sua mente che solitamente attenuano
lo stupore e la meraviglia rendendo meno intensa la sorpresa.
Il monumento, l'opera d'arte, è la stessa per tutti ma siamo noi che possiamo e vogliamo rendere unico questo evento e poco importa se fingiamo di reggere la torre nelle classiche pose che tanto divertono il pisano di passaggio: anche questo è un modo di rendere proprio l'oggetto artistico e inedita la nostra visita al monumento.
Questo richiede uno sforzo, una volontaria adesione per poter attuare questo processo di appropriazione di qualcosa che rimarrà assolutamente nostro.
Suggerisco di guardare le opere di Cinzia e Franco qui esposte con questo spirito e se soffierete su di una scultura sospesa di Franco facendola muovere o guarderete la vostra immagine riflessa in uno degli specchi rotti di Cinzia renderete vostra questa opera e personale la sua interpretazione : un flusso di pensieri ininterrotto che è solo nostro e nostra l'impressione che tutto questo sia, per ciascuno di noi, un'esperienza originale e irripetibile e tutto ciò è l'effetto della chimica dell'incanto e della poesia.
Prof. Paolo Gozzini