L'arte Di Scrivere D'arte
In Esposizione 10 Anni Di Opere Fra Arte E Scrittura
Da Sabato 20 Maggio a Domenica 17 Settembre 2017 - dalle ore 17:30
Centro Iniziative Culturali - Pordenone (PN)
PORDENONE – Immagini intimamente legate alla scrittura e parole per raccontare l’arte ed entrare nelle visioni ispirate della pittura, della scultura, della fotografia: il connubio fra arte e parola da dieci anni ha germinato un appuntamento clou nella Stagione del Centro Iniziative Culturali di Pordenone, il convegno “L’arte di scrivere d’arte” che si rinnova ad ogni settembre con nuovi protagonisti, su idea e progetto del critico Fulvio Dell’Agnese. Un evento legato al settembre di scrittura e libri che ogni anno trasforma Pordenone nella capitale nazionale della scrittura narrativa attraverso la Festa del Libro con gli Autori e grazie all’entusiasmo che il pubblico cittadino dimostra per l’incontro a tu per tu con autori, artisti e scrittori. Proprio ai primi dieci anni di questa iniziativa è dedicata la nuova mostra promossa dal CICP, la 442^ allestita nelle sale della Galleria Sagittaria del Centro culturale Casa Zanussi di Pordenone. “L’arte di scrivere d’arte 2007-2017” a cura di Fulvio Dell’Agnese, con molti dipinti, sculture, video, installazioni, incisioni e fotografie - e con alcune opere di grandi dimensioni - si aprirà sabato 20 maggio alle 17.30. Alla vernice, in programma nell’Auditorium Lino Zanussi, interverranno i promotori e la presidente del CICP Maria Francesca Vassallo. La mostra resterà poivisitabile con ingresso libero, in un ideale countdown della 18^ edizione di pordenonelegge, fino a domenica 17 settembre 2017 dal martedì alla domenica, dalle 16 alle 19.
Info www.centroculturapordenone.it L’iniziativa è realizzata con il sostegno della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia.
Spiega Maria Francesca Vassallo, presidente CICP, che <in questi dieci anni "Scrivere d'arte" ha aperto dialoghi sempre nuovi tra tutti noi e artisti, critici, scrittori, per una cultura senza confini, che ama la ricerca e rifugge dalla superficialità. Un valore impagabile in un periodo di radicali cambiamenti, che richiedono riflessione e lungimiranza. I nuovi criteri tracciati dalla normativa regionale in tema di cultura rispondono al concetto che appartiene al patrimonio della storia e della filosofia del Centro Culturale di Via Concordia a Pordenone: un “far cultura” di forte caratura sociale, con caratteristiche di intergenerazionalità, curricuralità, interconnessione tra ambiti culturali, comunicazione interculturali e internazionali, apertura a dialogo e dibattito in ogni tipo di iniziativa>. E il curatore della mostra, Fulvio Dell’Agnese, così descrive il progetto: «Con sguardo retrospettivo ai dieci anni di “Scrivere d’arte” la Galleria Sagittaria ha pensato di ospitare una mostra che riunisse tutti gli artisti che nel decennio hanno prestato una loro opera quale immagine “di copertina” dell'appuntamento, insieme a quelli che del convegno sono stati ospiti. A partire da Ivan Theimer, con la scultura che de “l’Arte di scrivere d'Arte” è divenuta stabilmente il simbolo, riconoscibile sintesi visiva del progetto: uno dei bronzi concepiti nel 1989, nell’ambito del progetto dell’artista moravo per il Monumento ai diritti dell’uomo, celebrativo dei 200 anni della Rivoluzione francese. È un bimbo la cui testolina indossa con giovanile spensieratezza un cilindro che i sedimenti grafici della Storia dovrebbero rendere altrimenti ponderoso: su quel cappello si sono stampati giorni che hanno cambiato la faccia del mondo. I segni della scrittura sono alla base anche di alcuni recenti lavori di Gianni Pasotti, mentre le parole diventano brulichio di fondo nella pittura di Brigitte Brand, e sempre la scrittura viene ricondotta a una dimensione epigrafica di rilievo da Franco Del Zotto Odorico, che adegua la resa dei caratteri alle valenze materiche della superficie. Le parole, insomma, hanno il loro peso: anche quando, tracciate con segno sottile, attraversano i lavori di Agostino Perrini. Con note e righi di spartito, insieme alle parole, lavora invece Claudio Ambrosini, oggi celebre come compositore e negli anni Settanta fra i pionieri della video arte in Italia. Dalle profondità del tempo sembrano riemergere i grafemi arcani di Lettere dalla terra di Roberto Kusterle mentre uno sguardo profondamente sensibile alla storia dell’arte è e quello di Gian Carlo Venuto, che ben conosce i termini della sperimentazione anticlassica rinascimentale e nei suoi Paesaggi italiani indaga scenari ancora più antichi. Nelle stampe del ciclo Elegie duinesi il tratto e il chiaroscuro individuano la sua mano, ma il dettato poetico di Rilke viene carezzato al punto da farlo divenire, nel testo originale, trama dell’invenzione visiva. In questi dieci anni è ancora sfilata la rilettura filmica operata da Manuel Fanni Canelles di alcuni capolavori della storia dell’arte e Franco Piavoli, regista fra i più ispirati e radicalmente indipendenti degli ultimi decenni, in Affettuosa presenza ha ripercorso attraverso il cinema il carteggio fra un poeta e uno storico dell’arte:Umberto Bellintani e Alessandro Parronchi. Parla di precarietà il trespolo disegnato da Edi Carrer, su cui il poeta impugna la penna d’oca – anzi, di corvo – con il piglio di chi ha deciso di comprendere una volta per tutte le ragioni del suo stare in bilico lassù. Per Nicoletta Salomon (filologa classica) la pittura è parte integrante di un modo non settoriale di rapportarsi alla sfera artistica e per Marcello Ghilardi (autore di preziosi saggi di estetica) è levità che muove la pittura, come “trasparenza offuscata da fantasmi di nuvolaglie”. Insomma: artisti, critici; scrittori, registi… Cosa cambia, calarsi in un ruolo o nell’altro? “Certe volte l’essere umano dedica l’intera esistenza a un obiettivo della cui realizzazione non può essere certo. Chi ride di una simile follia, in fondo, non è più di uno spettatore sul ciglio della strada della vita”».