Personale Di Aurelio Caminati
Trenta Fotogrammi Di Un Artista All'opera
Da Martedì 05 Settembre a Lunedì 23 Ottobre 2017 - dalle ore 17:00
Palazzo Reale - Genova (GE)
Mostra Aurelio Caminati. Trenta fotogrammi di un artista all’opera
Palazzo Reale di Genova, Le Sale della Corte dal 6 settembre al 23 ottobre 2017
Martedì 5 settembre 2017 alle ore 17, il CIV Balbi Principe, in collaborazione con il Museo di Palazzo Reale, inaugura la mostra Aurelio Caminati. Trenta fotogrammi di un artista all’opera, allestita nei nuovi spazi espositivi “Le Sale della Corte” al piano terra di Palazzo Reale.
La mostra, a cura di Giovanna Deriu e Luce Tondi, aperta al pubblico fino al 23 ottobre 2017, ripercorre, attraverso le fotografie di Giovanna Deriu e un video-intervista di Franco Sborgi, le fasi di realizzazione degli affreschi che Aurelio Caminati eseguì nel 1° Foyer del Teatro Carlo Felice tra il 1991 e il 1992. Le immagini inedite della fotografa che ha seguito Caminati nel corso del suo lavoro, restituiscono perfettamente l’energia e l’entusiasmo creativo dell’artista alle prese con vernici, colori, spolveri, cartoni preparatori.
L’allestimento della mostra ha rappresentato per Serena Bertolucci, direttore di Palazzo Reale di Genova, un’occasione unica per riordinare e aprire per la prima volta al pubblico da martedì 5 settembre, un nuovo spazio, composto da tre sale poste al piano terra del palazzo tra la biglietteria e l’ingresso allo scalone monumentale, da destinare alle esposizioni temporanee: Le Sale della Corte, con l’obiettivo di offrire al pubblico un nuovo luogo di condivisione e partecipazione.
Inaugurazione 5 settembre 2017, ore 17
Orari di apertura: mart. e ven. 9/14; mer. e gio. 9/19; sabato, domenica e festivi 13.30/19
Ingresso: gratuito
Giovanna Deriu inizia la propria avventura professionale di fotografa negli anni 70 collaborando con la nota agenzia Leoni di Genova. Nel 1984 il Teatro Carlo Felice, indice un bando con esecuzione di “prova d’artista” da svolgersi durante la rappresentazione dell’opera La Vestale. Deriu ottiene il plauso dello scenografo-regista Montresor, aggiudicandosi il titolo di fotografa ufficiale del teatro. Il suo impegno diventa anche più ampio per le importanti rappresentazioni internazionali del Festival del Balletto di Nervi, in quegli anni all’apice dell’attività. Sempre nel 1984 Deriu rileva lo storico studio Foto Moderna, attivo in via Balbi da più di un secolo e inizia un’intensa collaborazione con il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, - attraverso le Soprintendenze, la Direzione Regionale e il Museo di Palazzo Reale e con l’Università degli Studi di Genova per importanti pubblicazioni storico artistiche.
Dà in seguito inizio ad un’associazione di commercianti attivi nell’area di via Balbi per contribuire a debellare il degrado in cui versa tutta la zona. Anche con il contributo di questa iniziativa, via Balbi nel 2004 cambia aspetto, aprendosi a manifestazioni e spettacoli. L’associazione diventa Centro Integrato di Via e prende il nome di “CIV Balbi Principe - Le vie della Storia” con Deriu presidente, che continua tuttora l’attività di promozione di eventi e mostre come questa attualmente in corso.
Il Centro Integrato di via Balbi Principe-Le Vie della Storia si costituisce nel 2000 riunendo le imprese del settore commerciale, turistico e di servizio appartenenti al Centro Commerciale Naturale di via Balbi e dintorni, ed agisce con l’obbiettivo di promuovere culturalmente, turisticamente, commercialmente e socialmente la zona di via Balbi e dintorni.
Il 2017 è l’anno in cui il CIV festeggia il diciassettesimo anno della sua attività svolta sul territorio anche attraverso il supporto di Ascom Confcommercio Genova, della Camera di Commercio di Genova e di un’ottima sinergia con le istituzioni locali ed un coinvolgimento quotidiano, attivo e propositivo delle realtà produttive, che permette la realizzazione di iniziative di promozione, valorizzazione turistica, rivitalizzazione commerciale e di riqualificazione urbana.
Aurelio Caminati. Pittore istintivo ed eterodosso
testo di Matteo Fochessati
Negli affreschi che Aurelio Caminati realizzò all’inizio degli anni novanta nel foyer del nuovo Teatro Carlo Felice è possibile reperire un’esauriente sintesi stilistica e tematica del suo lungo e articolato percorso di ricerca. Questo complesso intervento decorativo - in occasione del quale Caminati affrontò tecniche, materiali e strumenti della tradizione pittorica attraverso nuovi e sperimentali approcci operativi - rappresentò infatti la conferma di una predisposizione estetica che fu sempre presente nella sua variegata produzione artistica: una tensione che improntò tutta la sua opera e che - nonostante la sua puntuale tangenza con le più avanzate tendenze emergenti - rivelò anche, nella sua peculiare riflessione analitica sulle molteplici potenzialità espressive del linguaggio pittorico, una piena autonomia linguistica.
Artista istintivo ed eterodosso, Caminati non fu facilmente inquadrabile all’interno di preordinate categorie critiche. La sua unicità si affermò grazie a un libero e disinvolto atteggiamento citazionistico: una naturale predisposizione alla ripetizione differenziata di modelli e stilemi della storia dell’arte che lo portò a rielaborare - in un serrato confronto semantico - temi classici e contemporanei, arte colta e popolare. Un’eterodossia che si manifestò sin dagli esordi, quando la sua iniziale adesione al realismo sociale si focalizzò ben presto su una lucida autoanalisi dei propri strumenti linguistici, come esemplarmente testimoniato dai dipinti del ciclo La carne e il letto, eseguito tra gli anni quaranta e cinquanta e ripreso nel corso degli anni ottanta.
A prescindere dai temi affrontati, questo rigore sperimentale ha sempre escluso dal suo lavoro ogni implicazione retorica o romantica, contribuendo invece alla creazione di un personale universo mitologico che, di volta in volta, attinse nuovi stimoli dai contesti culturali con i quali veniva a confrontarsi: l’immaginario collettivo dei mass media nelle opere pop degli anni sessanta; le decontestualizzazioni storico-artistiche nelle ironiche combinazioni metalinguistiche dei Falsi Ideologici; il cortocircuito temporale tra icone artistiche del passato e implicazioni sociali e politiche del presente nelle Trascrizioni animate; le arcaiche suggestioni di matrice transavanguardista nei “quadri rossi”; la dimensione tribale delle leggende celtiche durante la stagione creativa in Irlanda.
Tutti questi temi riemergono nell’ampio intervento pittorico del Carlo Felice, per le cui opere decorative Caminati concorse anche con un progetto per il sipario tagliafuoco che si aggiudicò il secondo posto, proponendo - con il motto Il Genio dell’Armonia, trasposto dal titolo della scultura di Giuseppe Gaggini collocata sul pronao del teatro - un dialogo diretto, nel gioco di specchi fra pubblico e attori, tra il suo affollato scenario pittorico e l’affascinante ambientazione della sala di Aldo Rossi e Ignazio Gardella.
Nonostante il vincolo tematico, attinente a episodi della storia di Genova, richiesto dal bando, Caminati dispiegò nei suoi affreschi un’esplosiva libertà espressiva: raffigurando La partenza di Guglielmo Embriaco e La costruzione di un fondaco nell’isola di Tabarca, integrò infatti la dirompente energia dei personaggi rossi, blu e gialli, che animavano i suoi dipinti degli anni 80, con citazioni più o meno esplicite di motivi stilistici e iconografici della cultura artistica locale. E ancora una volta, la tensione e il dinamismo propri del suo universo estetico mostrarono, in occasione di questo grandioso intervento (strutturato all’interno di un’inedita e avvolgente dimensione ambientale) la sua felice combinazione tra virulenza espressiva e raffinatezza tecnica, confermando che la principale protagonista del suo lavoro fu sempre, solo e unicamente, la pittura.