Personale Di Mario Vidor

Double

Da Sabato 02 a Giovedì 14 Dicembre 2017 - dalle ore 16:00 alle ore 19:00
Galleria Spaziografico - Via Goldoni, 20 - Massa Marittima (GR)

GALLERIA D’ARTE SpazioGrafico

MARIO VIDOR “DOUBLE”

Fotografie di corpi nudi maschili e femminili, uno bianco e uno nero, fermati dallo scatto del fotografo in pose scultoree, innaturali: questa è “DOUBLE”, “Doppio”, la mostra del maestro MARIO VIDOR presso la Galleria SPAZIOGRAFICO di Massa Marittima, dal 2 al 14 DICEMBRE con orario 16.00/19.00.

Misteriose, imprevedibili, queste fotografie raccontano la storia di una coppia che si è trovata, chissà come, davanti all’obiettivo del fotografo. Non si tratta di una coppia come tante: lei è bianca e lui è nero, oppure lui è bianco e lei è nera. Se pensiamo che sono state realizzate dal 2000 al 2004, vediamo quanto Vidor abbia saputo anticipare i tempi, svelando agli occhi di chi osserva un tabù che resiste ancor oggi: sono coppie multiculturali e plurietniche, che raccontano d’incontri fra persone con la pelle diversa ma che, alla fine, nel profondo rappresentano i sentimenti e le relazioni vissute da tutti.

Ogni fotografia testimonia una vicinanza fisica e psicologica con il soggetto, simbolo di distanze che si sono accorciate, di relazioni cercate oltre le difficoltà e le diversità.

Mario Vidor ha tenuto numerosissime mostre personali (circa 300) nelle principali città italiane e all’estero in Francia, Germania, U.S.A., Repubblica Popolare Cinese, Croazia, Austria, Slovenia, Canada, Russia. Inoltre, ha collaborato con il Toscana Foto Festival dagli anni novanta fino al 2002 esponendo ogni anno una sua mostra.

Ora abbiamo l’onore di ospitare di nuovo a Massa Marittima una delle più interessanti serie creative di questo Autore, proprio da non perdere!

La mostra è patrocinata dal Comune di Massa Marittima, è realizzata in collaborazione con l’Associazione culturale Art@ltro, il Gruppo Fotografico Massa Marittima BFI, l’Azienda BUBOLA&NAIBO, Cantiere Fotografico.

Inaugura SABATO 2 DICEMBRE alle ore 17.00

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Quaranta fotografie in bianco e nero di corpi nudi maschili e femminili, uno bianco e uno nero, che lo scatto ferma in pose scultoree, innaturali, studiate dall’autore con attenzione.

Sono pose che, nonostante condividano lo stesso spazio quadrato e la stessa scelta cromatica, viste di seguito l’una all’altra smentiscono l’aspettativa nata dalla precedente.... Sono imprevedibili, ecco!

Alcune molto caste, altre cariche di sensualità ed erotismo, altre ancora espressione di dubbi e inquietudine; non c’è allegria, è poca la tenerezza, molte domande affiorano, un sottile mistero soprattutto avvolge i corpi.

Misteriose, imprevedibili, alla fine queste fotografie raccontano la storia di una coppia che si è trovata, chissà come, davanti all’obiettivo del fotografo. Non si tratta di una coppia come tante, dalle nostre parti: lei è bianca e lui è nero, oppure lui è bianco e lei è nera. Se pensiamo che il fotolibro che le raccoglie è del 2004, vediamo quanto Vidor abbia saputo anticipare i tempi, svelando agli occhi di chi osserva un tabù esistente anche oggi, ma che tredici anni fa era quasi scottante: sono coppie multiculturali e plurietniche, che raccontano d’incontri fra persone con la pelle diversa ma che, alla fine, nel profondo rappresentano i sentimenti e le relazioni vissute da tutti.

Ogni fotografia testimonia una vicinanza fisica e psicologica con il soggetto, simbolo di distanze che si sono accorciate, di relazioni cercate oltre le difficoltà e le diversità.

Interessante esplorare come mai l’Autore abbia scelto il termine “double”, anziché “coppia”: voleva forse dirci che questi incontri non sono reali? che durano il tempo di uno scatto? Forse no, forse il “double” porta pienamente con sé il suo significato di “doppio”, di non-singolo, di non-uguale a se stesso.... Tuttavia m’intriga immaginare una certa maliziosità in quest’operazione di mettere insieme un uomo e una donna che, anche se fisicamente vicini, sembrano alla fine lontani, persi nei loro pensieri e nei loro sogni.

Vidor ce li presenta così, come un’indagine visiva su relazioni che hanno il duplice aspetto della bellezza e del mistero, dell’armonia e dell’inquietudine.

E proprio con la scelta del bianco e nero, un linguaggio estremamente curato frutto di una tecnica raffinata, enfatizza quelli che sono i significati del doppio nella vita di tutti noi: una continua lotta tra parti contrapposte, o il nostro sosia, o la nostra ombra... Una tematica comune difficile da esprimere e da rappresentare concretamente.

A me sembra che Vidor ci sia riuscito. Nelle sue foto le due parti coesistono con armonia e si completano a vicenda, superando il conflitto: solo con un’immagine, senza parole.

GIAN PAOLO BONESINI