Palio Delle Contrade Di San Secondo Parmense
Edizione 2023 Del Palio Di San Secondo Parmense
Da Venerdì 31 Maggio a Domenica 02 Giugno 2024 -
San Secondo Parmense (PR)
Palio delle Contrade di San Secondo Parmense 33 a edizione 31 maggio 1 e 2 Giugno 2024
SABATO 25 MAGGIO Nel salone delle gesta rossiane della Rocca dei Rossi, svelatura del drappo, premiazione dell’artista e di tutti i partecipanti al Bando in collaborazione con il Liceo Artistico Paolo Toschi di Parma, sorteggio delle carriere di partenza della 34° edizione del Palio delle Contrade, abbinamento dei 18 cavalieri alle 6 contrade del Palio per la gara FISE – “Disfida dell’Aquila e del Leone”, investitura del provveditore di campo, presentazione dei capitani di contrada. A seguire nella piazza della Rocca, esibizione dei gruppi musici e sbandieratori delle contrade Dragonda, Grillo, Prevostura e Trinità.
DOMENICA 26 MAGGIO All’Arena Del Grosso, competizione nazionale a 18 cavalieri “Disfida dell’Aquila e del Leone” inserita nel circuito Miglior Cavaliere d’Italia sotto egida FISE.
VENERDI 31 MAGGIO Cene nelle Contrade – Cerimonia di investitura dei Signori di Contrada e benedizione del drappo 2024. A seguire, novità di quest’anno, i Giochi itineranti nelle sei contrade.
SABATO 01 GIUGNO Mercato Rinascimentale nella piazza della Rocca.
Bianca Riario con i figli e le figlie, Pietro Aretino e il Cardinale Giulio de’ Medici accolgono al Castello di San Secondo gli sposi arrivati da Mantova insieme a Giovanni delle Bande Nere; i signori delle Contrade rendono gli omaggi al Conte e alla sua famiglia. Presentazione delle Contrade, dei Cavalieri e dei Cavalli che disputeranno il Palio. Rievocazione del contratto di matrimonio tra Pier Maria de’ Rossi e Camilla Gonzaga da Vescovato. Banchetti nelle Contrade e nelle Taverne del Borgo.
DOMENICA 02 GIUGNO Bendizione dei cavalli e lettura del bando. Corteo storico con la Corte dei Rossi, gli ospiti e le sei Contrade Bureg di Minén, Castell’Aicardi, Dragonda, Grillo, Prevostura e Trinità precede la tenzone del Palio nell’Arena dello Stadio.
Storia
San Secondo è legato al nome di un grandissimo Casato – quello dei Rossi – che nel corso del Medioevo e del Rinascimento ha saputo esprimersi ai massimi vertici politici e militari. Basta infatti leggere antichi testi per trovare importantissimi e significativi riferimenti.
Fra’ Salimbene de Adam, storico parmense del XIII secolo, ci narra le grandi imprese di Bernardo di Rolando e dei suoi figlioli Ugolino e Giacomo che sconfiggono, il 14 febbraio 1248, lo stesso imperatore Federico II di Svevia.
I Rossi “acquistano” San Secondo nel 1365 con Giacomo e Bertrando e ne vengono investiti con bolle imperiali dei diritti feudali.
Nella prima metà del XV secolo, un grande personaggio rossiano, Pier Maria detto il Magnifico, getta le basi – nel Parmense – di quello che avrebbe dovuto essere un moderno Stato rinascimentale, avendo egli disseminato di castelli e rocccheforti le vallate dei fiumi Taro e Parma, dagli Appennini sino al Po. Le fortezze ancora oggi esistenti – da Torrechiara a Corniglio, da San Secondo a Roccabianca – e la fama accresciutagli sui campi di battaglia lo portano a scontrarsi con le truppe milanesi di Ludovico il Moro.
La nascente potenza rossiana probabilmente sopravaluta le proprie forze, tali da non poter resistere agli sforzeschi, e dal confronto ne esce gravemente malconcia, annientata da distruzioni e confische. Il 4 di settembre dell’anno 1499 Giovanni de’ Rossi e il di lui figlio Troilo I vengono reinsediati nelle terre di San Secondo dal Re di Francia Luigi XII, che il 15 di agosto del 1502 conferma l’investitura del “castellum et oppidum Sancti Secundi” ed eleva la Contea a dignità di Marchesato.
Il 28 luglio 1503, accolta con molti onori, giunge a San Secondo, sposa a Troilo I, Bianca Riario, primogenita della virago Caterina Sforza e sorellastra del grandissimo condottiero Giovanni de’ Medici detto delle Bande Nere. Dall’unione nascono, tra il 1504 e il 1519, numerosi figlioli: Pier Maria (detto anche “il Giovane”), feudatario dal 1521 al 1547, uno dei sette testimoni della caduta dell’ultima repubblica fiorentina e del reinsediamento dei Medici nel 1530; Giovangirolamo, vescovo di Pavia dal 1530 al 1560 e governatore di Roma dal 1551 al 1555: Giulio Cesare, capostipite del ramo dei Rossi di Napoli conti di Cajazzo, duchi delle Serre; Bertrando, morto eroicamente a Valmontone nel 1527, sepolto in Steccata a Parma,; Ettore, ecclesiastico; Camilla, prima moglie di Girolamo Pallavicino di Cortemaggiore; Angela Paola, sposati Vitello ed Alessandro Vitelli, signora e tiranna di Città di Castello; Costanza, sposa del patrizio fiorentino Girolamo degli Albizi.
Nel 1521 muore Troilo I e gli succede nel governo della contea il primogenito Pier Maria, che fino alla maggiore età lascia la reggenza alla madre Bianca Riario.
Nel 1522 i Rossi devono difendere le loro terre dai famelici parenti Bernardo, vescovo di Treviso, e Filippo Maria di Corniglio: li soccorre il “gran zio” Giovanni delle Bande Nere che piglia “tutte le castella in suo possesso” e le rende ai legittimi proprietari.
Il 15 di febbraio del 1523 viene stipulato il contratto matrimoniale tra il conte Pier Maria e Camilla di Giovanni Gonzaga, fratello del Marchese di Mantova Francesco. La dote di Camilla ammonta a seimila ducati, corrisposta parte in denaro, parte in gioielli, parte in abiti ed arredi.
Nel 1542 Pier Maria de’ Rossi viene fatto dal Re Francesco “generale d’Italiani” e “cavaliere de l’ordine di San Michele”.
Nel 1545 viene costituito il ducato di Parma e Piacenza, appannaggio alla famiglia laziale dei Farnese, che nello specifico periodo esprime, con Paolo III, il Papa più duraturo del XVI secolo, dal 1534 al 1539, baluardo purtroppo insormontabile, nonostante le fiere opposizioni locali.
Il 15 agosto 1547, in seguito a ferite riportate combattendo in Francia, muore il conte Pier Maria e gli subentra il primogenito Troilo II che ha, assieme allo zio, il vescovo di Pavia e governatore di Roma Giovangirolamo, l’ingrato compito di gestire il nuovo periodo storico. Ai gravi scontri degli anni quaranta seguono, nel successivo decennio, aggiustamenti politici, caldeggiati dalle poche famiglie amiche dei Rossi, i Gonzaga e i Medici, sotto la regia degli Imperatori Carlo V e Filippo II e dei Re di Francia Francesco I ed Enrico II.
Conseguiti i nuovi equilibri, il primo periodo post-farnesiamo si rivela essere, in termini squisitamente artistici, quello più produttivo per il “Palazzo” di San Secondo e le committenze legate al nome di Troilo II, che governa fino al 1591, lo testimoniano.
La Corte dei Rossi di San Secondo, per tutto il XVI secolo, resta aperta alla collaborazione ed al mecenatismo di artisti e letterati insigni, da Pietro Bembo a Francesco Mazzola detto il Parmigianino, da Benvenuto Cellini a Pietro Aretino, il “flagello dei Prìncipi.
Il Casato dei Rossi di San Secondo si estingue nel 1825.