I Riti Della Settimana Santa A Mamoiada
E I Ricordi Del Recente Passato
Da Domenica 05 a Domenica 12 Aprile 2020 -
Mamoiada (NU)
A Mamoiada in provincia di Nuoro si svolgono nei giorni dal 05 al 12 Aprile 2020 i Riti della Settimana Santa.
Ogni anno, nel periodo di Hida Santa (Settimana Santa), Mamoiada rivive il dramma della Croce con una tipica rappresentazione, altri tempi ancora più partecipata e con un’organizzazione imponente curata dalla confraternita detta “sos Crofarios” i quali indossavano delle tuniche bianche (ancora oggi essi sono presenti in numerose celebrazioni in tante parti della Sardegna).
L’inizio delle celebrazioni è la Domenica delle Palme ma è col Giovedì Santo che si entra nel vivo della Passione di Gesù Cristo. Durante la processione che seguiva alla funzione del “lavabis”, Sa irha (la ricerca), la confraternita de sos crofariosera solita cantare “Sos Uffissios”.
La processione partiva da un punto determinato e andava a toccare tutte le chiese di Mamoiada. Il giorno seguente veniva fatto il percorso inverso. Al ritorno nella chiesa parrocchiale dedicata alla B.V. Assunta (dove da sempre viene eseguito il rito) gli stessi componenti della confraternita ponevano Gesù Cristo sulla croce. A Mamoiada è una grande statua lignea del 1600 circa, con le braccia snodate, da poco restaurata e ritornata all’antico splendore. Questo rito veniva eseguito il Giovedì Santo e non il Venerdì come accade oggi, e nessuno vi poteva assistere; il crocefisso veniva coperto in modo tale che nessuno potesse vederlo fino al giorno de “S’iscravamentu” (letteralmente “togliere dalla croce”, cioè la deposizione di Gesù dalla croce). In segno di lutto venivano coperte anche tutte le statue dei santi e la chiesa veniva chiusa fino alla ripresa delle attività religiose dell’indomani. La funzione più toccante di tutta la Settimana Santa è senz’altro quella de “s’iscravamentu”, il Venerdì Santo: una ricostruzione della morte del Nazzareno dove alcuni partecipanti indossano abiti d’epoca ma di teatrale non ha niente, la numerosa folla partecipa affascinata e commossa a questo rito suggestivo e drammatico.
Il giorno de “S’iscravamentu” le tre Marie sono vestite completamente a lutto e stanno ad un lato della enorme croce con Gesù crocifisso; la Maddalena in piedi davanti a lui; ai lati sos Zudeos, i soldati, Sos Crofarios, Santu Juavanne (San Giovanni) e gli angioletti, rappresentati da bambini piccoli. Questa celebrazione nel passato durava diverse ore e, passo dopo passo, un missionario descriveva tutti i momenti della passione.
I chiodi dalle mani e dai piedi della grande statua di Gesù vengono tolti da sos Zudeos (che gli anziani stranamente chiamano anche sos faraones) e li consegnano nelle mani desa Madalena, vengono poi baciati dalle tre Marie prima di essere posti sopra un cuscino. Nei tempi passati, invece, il sacrestano o uno dei crofàrios sollevava in alto uno dei numerosissimi “angioletti” (un bambino vestito completamente di bianco con tanto di ali in latta) che prendeva i chiodi estratti, poi sollevandoli verso l’alto il sagrestano faceva tre volte il segno della croce ai lati della chiesa. Una volta tolti i chiodi alle mani, ai piedi e la corona di spine il Cristo viene deposto dalla croce avvolto in un lenzuolo bianco e viene portato al cospetto delle “tre Marie” che intonano Sos Gòsos, canti strazianti e commoventi.
Terminato il canto il Cristo viene pietosamente adagiato su una lettiga in legno cosparsa di erbe endemiche odorosissime e portato in processione verso il luogo della sepoltura: la Chiesa di Santa Croce. Nei due giorni successivi le campane sono tacitate in segno di lutto e per annunciare le celebrazioni fino a poco tempo fa venivano utilizzate “sas matraculas”, dei congegni fonici suonati per il paese dai chierichetti o dallo stesso sagrestano. Il baccano assordante de sas matraculas veniva chiamato su maudìnu.
In diversi giorni della Settimana Santa, con la sua voce squillante, tziu Costantinu intonava sos gososde sa Hida Santa (lamenti funebri) accompagnato dal coro maschile, su huncòrdu.
Le campane riprendono a suonare la domenica di Pasqua, normalmente alle undici; quel tocco di campane è detto “Su tohu ‘e gloria”, che annunzia la resurrezione di Cristo, e con la cerimonia particolare de “S’incontru” si assiste, appunto, all’incontro con la Madonna in piazza Santa Croce. Le due statue lignee utilizzate ancora oggi per questo ritovengono portate in processione seguendo percorsi differenti: la statua della Madonna, parte dalla Chiesa di N.S. Di Loreto, dove è custodita tuttol’anno; quella del Cristo risorto esce dalla parrocchia B.V. Assunta.
Al momento de “S’incontru” in piazza sos accantzadores in costume (ossia coloro che portano le statue) fanno fare loro tre inchini. Questi gesti simbolici sono salutati da centinaia di colpi a salve sparati dalla terrazze del paese in segno di gioia. Le “tre Marie” in questa occasione sono vestite completamente di bianco.
Da questo momento in poi le due processioni, alle quali da qualche anno partecipano numerose donne e uomini in costume tradizionale, si uniscono per proseguire insieme verso la chiesa parrocchiale dove verrà celebrata la funzione religiosa. Nonostante le profonde trasformazioni avvenute negli ultimi 50 anni, questa tradizione de sa Pasha Manna continua a rimanere viva.