I Riti Tradizionali Della Pasqua A Cagliari
Annullati Gli Eventi Della Settimana Santa Cagliaritana 2020
Da Venerdì 12 a Lunedì 29 Aprile 2019 - dalle ore 16:00
Cagliari (CA)
Gli eventi della Settimana Santa di Cagliari non si svolgeranno per l'anno 2020 a causa della pandemia di Coronavirus.
Ogni anno si ripetono a Cagliari le tradizionali celebrazioni in attesa della Pasqua. Durante tutta la Settimana Santa religione e folklore sono presenti in città grazie alle processioni e alle cerimonie.
I Riti Tradizionali della Pasqua a Cagliari:
Lunedì di Passione Nel tardo pomeriggio del Lunedì di Passione, l’ultimo prima della Domenica delle Palme, i confratelli del Santo Cristo aprono la nicchia che nel loro oratorio custodisce la statua della Madonna addolorata, la estraggono e la depongono ai piedi dell’altare maggiore. Viene quindi il turno delle consorelle, che la spogliano del suo abito ordinario per farle indossare una sontuosa veste di seta rossa con un mantello blu. Nei giorni precedenti, anche gli altri sei Misteri sono stati prelevati dalle loro nicchie e preparati per essere condotti in processione.
Venerdì di Passione La Processione dei Misteri, che si svolge a Cagliari il Venerdì di Passione, si snoda per le strade dei più antichi quartieri di Cagliari, toccando progressivamente 7 chiese. In ciascuna entra uno dei Misteri, secondo l’ordine cronologico della passione, per una visita al Santissimo accompagnata da una breve meditazione e il canto di un inno. Il simulacro viene sempre accompagnato all’interno dell’edificio sacro da quello dell’Addolorata, mentre gli altri sostano all’esterno consentendo ai portatori qualche minuto di riposo. Il corteo prende avvio dall’oratorio del Santo Cristo alle ore 16.
Domenica delle Palme Le processioni con le statue dei Misteri avevano l’evidente funzione di introdurre i fedeli nel clima della Settimana santa, preparandoli nello specifico ai giorni del Triduo pasquale nei quali vengono direttamente rievocati tradimento, arresto, passione, morte e resurrezione di Gesù.
Martedì Santo La più antica processione dei Misteri celebrata a Cagliari (dal 1670) si svolge nel pomeriggio del Martedì santo. Il corteo prende avvio alle 15 dalla chiesa gesuitica di San Michele a Stampace, sede dell’antichissima Congregazione degli Artieri o degli Artisti.
Mercoledì Santo La cerimonia che si svolge il Mercoledì santo, nell’oratorio del Santo Cristo, alle ore 17 è ancora oggi particolarmente complessa. La Madonna addolorata, reduce dalla prima processione dei Misteri, viene nuovamente posta dai confratelli ai piedi dell’altare maggiore. Le consorelle la spogliano degli indumenti colorati che aveva indossato per il Venerdì di Passione e, lasciatala in camicia, l’avvolgono di cotone profumato. La statua viene quindi rivestita con le lugubri vesti del lutto, ancora una volta secondo l’antica moda spagnola.
Giovedì Santo Mentre la Chiesa ufficialmente si appresta a celebrare la messa in Coena Domini, che commemora il sacramento dell’amore e l’istituzione dell’Eucaristia, le confraternite procedono alla cerimonia de s’Incravamentu, la crocifissione di Gesù, che nella realtà storica ebbe luogo il giorno successivo. Nell’oratorio del Santo Cristo in San Giacomo, alle ore 15.30, una grande croce di legno nero viene posta al centro dell’aula. Si estrae dal loculo sotto l’altare maggiore l’urna a vetri che custodisce un Cristo dalle braccia snodabili, il quale viene inchiodato alla croce. Un sacerdote recita alcune preghiere e si comincia a rivestire il Crocifisso con fasce di bambagia intrisa di profumi, fino a ricoprirlo completamente. Subito dopo le bende vengono tolte e il cotone distribuito ai presenti. Viene quindi applicata la corona di spine. Il simulacro infine, circondato di lumi, fiori e i piatti con su nenniri (piantine di grano fatte germogliare al buio, che assumono il caratteristico colore biancastro), è fatto oggetto di una vera e propria veglia funebre. Si assiste alla crocifissione e immediatamente dopo, saltando innalzamento della croce e deposizione, all’imbalsamazione del Cristo e al breve compianto che ne precedette la frettolosa sepoltura.
Venerdì Santo La cerimonia in assoluto più amata, nell’odierna Settimana Santa cagliaritana, è il solenne trasporto del Cristo crocifisso dalla chiesa di San Giovanni Battista a Villanova verso la cattedrale, in Castello, effettuato nel primo pomeriggio del Venerdì santo.
Sabato Santo Su Scravamentu. Alle 8.30 nella parrocchiale di San Lucifero, a cura dei confratelli del Santo Cristo che in questo momento rappresentano Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo, il Crocifisso con le braccia snodabili viene schiodato dal suo patibolo e deposto in un’elegante lettiga. Le consorelle, quindi, stendono sul catafalco un sottile velo di pizzo bianco. Legandone le quattro estremità con fiocchi neri simboleggiano la chiusura del sepolcro, che rimarrà esposto al centro della chiesa fino a sera.
Alle 10 la stessa cerimonia viene ripetuta in cattedrale dall'Arciconfraternita della Solitudine. Contemporaneamente, nell’oratorio del Santo Cristo, si comincia a respirare un’atmosfera di gioia. Le consorelle, appena ritornate da su Scravamentu, vestono a festa la Vergine Gloriosa. Operazione abbastanza semplice. Gli si deve soltanto far indossare un manto celeste e ravvivare l’acconciatura, cui viene sovrapposto un velo bianco fermato da una corona imperiale. I confratelli, nel mentre, estraggono dalla sua nicchia la statua del Risorto. L’unità di tempo torna ad essere stravolta nel pomeriggio. Alle 16.30 l’Arciconfraternita della Solitudine risale in Castello per la cerimonia de S’Interru, il rientro del Cristo morto. Una staffetta di confratelli si è già presentata in cattedrale entro le 15, a reclamare il possesso del simulacro che altrimenti, secondo la tradizione, passerebbe di diritto al capitolo canonicale. Nucleo del corteo è in questo caso la Madonna addolorata. Convenzionalmente, l’immediata successione cronologica rispetto agli eventi del mattino si esprime con i due bambini impersonanti San Giovanni e la Maddalena, che riportano sul simbolico monte Calvario i tre chiodi e la corona di spine. Di fronte alla bara Maria dismette la sontuosa raggiera in argento di cui solitamente è adorna, per indossare il serto di rovi con cui suo Figlio era stato deriso e martoriato. Il corpo morto di Gesù, avvolto nella sindone, viene quindi accompagnato al sepolcro con una lunga processione notturna per le vie della città. Stavolta ai confratelli spetta il compito di trasportare la lettiga con il Cristo e la grande croce rimasta nuda, mentre i fedeli si alternano a sostenere le aste del baldacchino. Nelle stesse ore sfilano in processione per le strade di Villanova anche i confratelli del Santo Cristo, che riportano nel loro oratorio la lettiga con Gesù morto prelevata nella chiesa di San Lucifero. Il tempo del dolore, però, è ormai terminato. Al rientro del mesto corteo, subito dopo un breve riposo, l’Arciconfraternita del Santo Cristo si ritrova improvvisamente in festa. Alle 23.45 sono già state preparate le statue del Cristo Risorto e della Vergine Gloriosa. Gesù liberato da morte viene trasportato processionalmente nella vicina parrocchiale di San Giacomo, dove la messa di mezzanotte celebra fin dai primi istanti la Domenica di Resurrezione.
Domenica di Pasqua S’Incontru. Alle 10,30 della Domenica di Pasqua le statue di Gesù Risorto e della Vergine Gloriosa, uscite rispettivamente dalla parrocchiale di San Giacomo e dall’oratorio del Santo Cristo a Villanova portate a spalla dai confratelli del Santo Cristo, si incontrano alla metà di via Garibaldi. Appena giunte l’una presso l’altra, alla statua del Figlio, secondo l’antico cerimoniale di corte spagnolo, vengono fatti compiere tre inchini o riverenze che la statua della Madre ricambia subito dopo. Quindi, affiancati, i due simulacri vengono portati a San Giacomo, per la celebrazione della solenne messa cantata. Con circa mezz’ora di anticipo, sull’opposto crinale del colle di Castello, la stessa cerimonia viene celebrata dalla parrocchia di Sant’Anna a Stampace. Alle 10 la Gloriosa, trasportata dalla Congregazione degli Artieri, esce dalla chiesa di Sant’Anna velata di nero; contemporaneamente il Risorto lascia la chiesa di Sant’Efisio in spalla ai confratelli del Gonfalone. L’incontro avviene nel corso Vittorio Emanuele all’altezza del punto in cui, un tempo, sorgeva la chiesa di San Francesco, antico teatro di tutte le cerimonie della Settimana santa del quartiere di Stampace. Qui la Madonna smette il velo nero e cinge una corona imperiale d’argento, in segno di giubilo. Fatte le solite riverenze e posti fianco a fianco, i due simulacri marciano quindi verso la parrocchiale di Sant’Anna. La mattinata di Pasqua, seguendo un analogo cerimoniale, termina con s’Incontru della parrocchia di Sant’Eulalia alla Marina. Il Risorto è trasportato da volontari in saio nero, figura degli antichi confratelli dell’Orazione e della Morte che avevano sede nella chiesa del Santo Sepolcro; la Gloriosa da altri in sacco bianco con mantellina rossa, veste degli antichi confratelli del Sangue di Cristo della chiesa di Santa Lucia. Punto d’incontro dei due simulacri è la Via Roma, di fronte alla chiesa di San Francesco di Paola. Espletato il cerimoniale del saluto e imboccata la via Napoli, i due simulacri vengono quindi condotti a Sant’Eulalia dove verrà celebrata la messa solenne di mezzogiorno.
Lunedì dell'Angelo Quale vero e proprio interludio alle celebrazioni cagliaritane del periodo pasquale, il Lunedì dell’Angelo, si inserisce la processione votiva con cui l’Arciconfraternita del Gonfalone conduce da Stampace in Cattedrale la statua di Sant’Efisio scolpita dal Lonis.
S'inserru Gli impegni quaresimali della varie confraternite di Cagliari si concludono ufficialmente nei primi giorni subito dopo l’ottava di Pasqua, dedicati a is inserrus (le chiusure). Le statue utilizzate per i riti della Settimana santa, rimaste esposte alla venerazione dei fedeli fino a quel momento, vengono ricollocate nelle nicchie chiuse con sportelli a vetri in cui aggiungeranno altri dodici mesi ai loro secoli.
Informazioni e approfondimenti: www.cagliariturismo.it