Colpi Di Scena!
Vetrina Delle Produzioni Di Teatro Ragazzi Dell’emilia-romagna
Venerdì 25 Settembre 2020 -
Faenza (RA)
Peter Pan in prima nazionale a Colpi di scena venerdì 25 settembre a Faenza debutta il nuovo spettacolo tout public di Factory e Fondazione Sipario Toscana
Un giorno mi lascerai volare via, mamma? E aspetterai il mio ritorno? Mi aspetterai, vero? Resterai sveglia tutta la notte? E’ vero che non ti dimenticherai mai di me?
di Tonio De Nitto collaborazione drammaturgica Riccardo Spagnulo con Ilaria Carlucci, Francesca De Pasquale, Luca Pastore, Fabio Tinella Regia di Tonio De Nitto coreografie Barbara Toma Musiche Paolo Coletta Scene di Iole Cilento e Porziana Catalano videomapping di Emanuela Candido, Andrea Carpentieri, Andrea Di Tondo - Insynchlab Costumi di Lapi Lou Sarta Mariarosaria Rapanà Luci di Marco Oliani Assistente di produzione Daniele Guarini Organizzazione Francesca D’Ippolito Produzione Factory compagnia transadriatica - Fondazione Sipario Toscana
Peter pan è la storia di un’assenza, di un vuoto che spesso rimane incolmabile, quello di un bambino che non c’è più. E’ l’inseguimento di un tempo che sfugge al nostro richiamo e che a volte si ferma, la ricerca delle esperienze che ci fanno diventare grandi senza volerlo e troppo presto. L’ispirazione viene dalle avventure di Peter e Wendy e dall’atmosfera un po’ misteriosa del primo romanzo di James Matthew Barrie, Peter Pan nei Giardini di Kensington dove il sentimento autobiografico di una mancanza incolmabile spinge l’autore a creare un mondo parallelo, un giardino prima, un’isola poi, dove i bambini caduti dalle carrozzine e dimenticati dai propri genitori si ritrovano in uno spazio senza confini fisici e temporali. E l’isoladelmaipiù, Neverland, è forse dentro la testa di ogni bambino, un posto dove vanno a finire le cose dimenticate dai grandi, per cui non c'è spazio nella vita reale. E’ qui che Wendy riesce a trovare la giusta distanza con il suo essere bambina, qui che sente il desiderio di crescere, di abbandonare l’isola senza recidere quel legame con la propria infanzia che fatica a rimanere con noi tutta la vita: una finestra che chiudiamo diventando grandi e che, invece, dovremmo tenere aperta, in contatto con la nostra realtà e il nostro essere adulti.
Con lo stesso ensemble di Diario di un brutto anatroccolo, Factory si cimenta in questa nuova creazione attraversando temi fondamentali per la crescita dove sogno, vita e morte corrono sullo stesso filo e possono essere entrambe una grande avventura, a dirla come Peter.