Festa Del Teatro A San Miniato
Edizione 2016
Da Lunedì 20 Giugno a Mercoledì 20 Luglio 2016 - dalle ore 21:00
San Miniato (PI)
Programma della Festa Del Teatro 2016 a San Miniato:
Le mille anime dell'India Il Grande Viaggio, le sorgenti e il sacro di e con Giuseppe Cederna Musiche dal vivo di Alberto Capelli La storia di un pellegrinaggio alle sorgenti della Madre di tutti i fiumi e degli amici che accudirono la morte. L'odore dell'India, i mercati, gli incontri e le avventure sulla strada verso l'Himalaya. Le orme dei pellegrini, il fuoco dei bivacchi sotto le stelle e la giovane cercatrice di assoluto che vive sotto un masso a quattromila metri. Un progetto con le donne dei villaggi nell'alta valle del Gange: come il viaggio può trasformarci e trasformarsi in "Una Cosa Giusta". "Le storie sono come i fiumi dell'Himalaya. Scendono dalle grandi montagne, raccolgono terra, foglie, tronchi, voci, altre storie, altra acqua, si perdono e si ritrovano finchè arrivano al mare, il grande mare dei racconti e il viaggio ricomincia". E' solo un caso o c'è un Dio che si diverte a darci lezioni di danza in giro per il mondo? San Miniato, Giardino della Cisterna della Misericordia di San Miniato, 20 giugno 2016 ore 21.30
Caino Royale con Andrea Bochicchio e Giovanni Longhin regia Rita Pelusio scritto da Rita Pelusio, Alessandro Pozzetti e Domenico Ferrari e la collaborazione di Riccardo Piferi costumi e scenografie Barbara Petracca e Cecilia Sacchi luci e sonorizzazioni Luca De Marinis D'accordo, quella di Caino e Abele, il fratello cattivo e il fratello buono, il reietto e il prediletto, è una storia che conosciamo tutti. Ma cosa succederebbe se i due archetipi della storia dell'umanità fossero posseduti dalla forza sovversiva e corrosiva di due clown? Chi saremmo oggi se Caino non avesse voluto uccidere Abele? E soprattutto: è possibile non essere figli di Caino? In una girandola di personaggi e situazioni surreali, tra canzoni e gag, i nostri eroi si interrogano se sia possibile cambiare le sorti della loro storia e forse della storia intera. E ingaggiano tra loro un gioco a odiarsi e amarsi che non ha fine. San Miniato, Giardino della Cisterna della Misericordia di San Miniato, 24 giugno 2016 ore 21.30
Un viaggio lungo un mondo Racconto sulla vita e sulle opere di don Lorenzo Milani di Claudia Cappellini Regia e con Gionni Voltan "Un viaggio lungo un mondo" ripercorre la vita di Don Lorenzo Milani, figura controversa e contrastata della Chiesa cattolica degli anni cinquanta e sessanta, a cui Gionni Voltan dà voce con un monologo a dir poco commovente, semplice nella messa in scena (un leggio, un ombrello, musica e video proiezioni di foto di repertorio tra cui anche le foto degli "allora ragazzi" a cui dobbiamo le testimonianze) e senza alcun dubbio efficace anzi, la storia di quest'uomo che ha lottato tutta la vita per l'istruzione dei meno abbienti, per difendere l'obiezione di coscienza, per la trasmissione pedagogica della sua conoscenza di maestro è portata da Voltan con tale sincero trasporto, con una tale coinvolgente empatia da lasciare chiunque vi assista con un potente disarmo interiore. Don Milani fondò tutto il suo lavoro sull'importanza del possesso della parola, perché possedere le parole avrebbe voluto dire conquistare l'autonomia intellettuale, la libertà dalla schiavitù dell'ignoranza. Prima che il tempo inghiotta le parole, è necessario dare la voce e prestare l'orecchio a coloro che hanno potuto conoscere un'esperienza unica in Italia. Questo racconto si ispira alle testimonianze di Mario Rosi, Giovanni Bellini, Maresco Ballini, Clemente Romualdi, Teopisto Bonari, Ezio Palombo. I loro ricordi ci narrano di giustizia, di libertà, di responsabilità, di studio, di conoscenza, in un pezzo di Toscana che, uscita dalla guerra, si preparava ad un'avventura industriale e sociale magnifica e pericolosa. Oggi finita. La parabola luminosa di don Milani contrasta con i limiti oscuri del nostro tempo e le voci del passato forse possono servirci, attraverso la testimonianza, ad immaginare un futuro possibile che, in realtà, era stato scritto e pensato più di mezzo secolo fa. Una rivoluzione disattesa, ma non per questo fallita. Diciamo "rimandata". San Miniato, Misericordia di San Miniato Basso, 27 giugno 2016 ore 21.30
Eppur mi son scordato di me di Gianni Clementi Regia e con Paolo Triestino scene Francesco Montanaro luci Giuseppe Magagnini Il tema del bene e del male viene trattato con ironia e comicità nel nuovo spettacolo diretto e interpretato da Paolo Triestino, scritto da Gianni Clementi. È la storia di un uomo che, in seguito ad un incidente, subisce l'asportazione della parte del cervello dove risiedono le pulsioni cattive. Al suo risveglio egli ripercorre le vicende della sua vita, che dai suoi ideali giovanili è approdata ad un cinismo e ad una meschinità senza misura. Adesso non si riconosce più, non riconosce più sua moglie, suo cognato, i suoi amici di un tempo, soprattutto non capisce come sia potuto cadere così in basso, come abbia potuto illudersi di essere felice in una vita che ha fatto del sopruso la propria ragion d'essere. Sulle ceneri del passato, accompagnato dalla musica di Lucio Battisti, colonna sonora dei suoi sogni giovanili, ora rinasce un uomo nuovo che si chiede se sia possibile un'altra vita in cui a dominare sia la legge dell'amore. San Miniato, Giardino della Cisterna della Misericordia di San Miniato, 5 luglio 2016 ore 21.30
Per obbedienza. Dell'incanto di frate Giuseppe Con Fabrizio Pugliese È la storia, narrata con singolare fascino, di Giuseppe Desa, nato a Copertino (Lecce) nel 1603. A sette anni inizia la scuola, ma una grave malattia lo costringe ad abbandonarla. A 15 anni avviene la guarigione, attribuita alla Madonna della Grazia di Galatone (Lecce). Durante la malattia aveva pensato di farsi sacerdote francescano: gli mancava però la dovuta istruzione. Sentendosi protetto da un'assistenza divina, si mise con impegno sui libri e superò gli esami con successo. Ordinato sacerdote per 17 anni visse nel Santuario della Madonna della Grottella in Copertino. Amava tantissimo la Madonna che soleva chiamare «La Mamma Mia». A causa dei miracoli che gli venivano attribuiti e delle estasi che lo portavano a compiere voli, subì due processi del Sant'Uffizio, che lo relegarono dapprima in Assisi (1639-1653), poi a Pietrarubbia e, infine, a Fossombrone (1653-1657). Il 9 luglio 1657 fu restituito ai suoi confratelli e destinato ad Osimo dove morì. San Miniato, Giardino della Cisterna della Misericordia di San Miniato, 8 luglio 2016 ore 21.30
Don Primo Mazzolari, un prete scomodo di e con Antonio Zanoletti Il testo, scritto da Zanoletti per il nostro Festival, attinge agli scritti spirituali di Primo Mazzolari e cerca di restituire la freschezza dell'insegnamento e la potenza profetica del suo pensiero, con particolare riguardo al tema della misericordia, in sintonia con l'anno giubilare in corso. Don Primo Mazzolari (Cremona, 13 gennaio 1890 ? Bozzolo, 12 aprile 1959), conosciuto come " il parroco di Bozzolo" fu e resta una delle più significative figure del Cattolicesimo italiano, nella prima metà del Novecento. Il suo pensiero anticipò alcune delle istanze dottrinarie e pastorali del Concilio Vaticano II, in particolare alla "Chiesa dei poveri", alla libertà religiosa, al "dialogo coi lontani", tanto da essere definito "carismatico e profetico". Sul piano politico i suoi atteggiamenti e la sua predicazione espressero una decisa opposizione ad ogni forma di ingiustizia e di violenza. Nascose e salvò, durante la guerra, numerosi ebrei e antifascisti e alcune persone coinvolte nel fascismo, ingiustamente perseguitate. Egli stesso subì due arresti da parte di fascisti e nazisti e fu costretto alla lunga clandestinità in un rifugio di fortuna. Sebbene il Sant'Uffizio ordini il ritiro di alcuni suoi libri e gli proibisca di scrivere su temi politici e sociali, severamente ammonito di non predicare fuori diocesi, nel novembre del '57 su invito del Cardinal Montini, futuro Papa Paolo VI, predica alla Grande Missione di Milano, una iniziativa singolare e del tutto nuova, voluta dallo stesso Montini; e lo fa predicando ai carcerati, ai giovani, agli operai, agli intellettuali con una oratoria singolare, ruvida ma tagliente e accesa fino all'incandescenza; e nel '59, due mesi prima della morte, è ricevuto in udienza da Giovanni XXIII. In lui c'è una eccezionale consonanza di pensiero e di animo, un "sentire" con altri grandi del Cattolicesimo del suo tempo spiritualmente e amichevolmente legati: Don Milani, Giorgio La Pira, Carlo Bo, David Maria Turoldo, Nazareno Fabbretti, Luigi Santucci. Questo era Primo Mazzolari, un sacerdote che non aveva timore di dire le cose che non si dicono, o che altri hanno paura di dire. Per questo fu considerato pericoloso. San Miniato, Cigoli, Santuario della Madre dei Bimbi, 11 luglio 2016 ore 21.30
Il Martirio del Pastore di Samuel Rovinski (adattamento di Eleonora Zacchi) con Antonio Salines e Edoardo Siravo e con (in ordine di apparizione) Gianni De Feo, Riccardo De Francesca, Michele De Girolamo, Fabrizio Bordignon, Gabriella Casali, Eleonora Zacchi, Alessandro Scaretti, Marco De Francesca Regia di Maurizio Scaparro Aiuto regia Alice Guidi Assistente alla regia Eleonora Zacchi Traduzione ed elaborazione del testo Eleonora Zacchi Organizzazione Riccardo De Francesca Canti popolari eseguiti fa Gianni De Feo Musiche originali Eduardo Contizanetti Impianto scenico Maurizio Scaparro Costumi Giuliana Colzi Luci Marco Messeri "Il martirio del pastore" si basa sugli ultimi tre anni di vita del Monsignor Oscar Arnulfo Romero (1917-1980), ed è la storia della morte di un Arcivescovo Cattolico che chiedeva il rispetto dei diritti umani nel paese centroamericano. In quel periodo, 1977-1980, il Monsignore riportava nelle sue omelie domenicali le testimonianze di numerose violazioni di diritti umani nonché delle manifestazioni pubbliche tenute in solidarietà con le vittime della violenza politica. Questi sono i motivi per i quali è stato ucciso. Il tema, che ha suscitato numerose proteste internazionali, è il racconto di un uomo, di un pastore, di un popolo, di una società, di un paese. Il lavoro, così come elaborato ed adattato dall'autrice Eleonora Zacchi, comprende la realtà di tutti gli eventi che si sono verificati rapidamente fino alla morte del parroco, delineando una storia credibile e dolorosa del Monsignor Arnulfo Romero: la storia di una morte, di un dono per un popolo che amava e che non dimentica. Romero è parte della vita in America Latina e questo adattamento, in realtà, è un aneddoto ed una commedia, un romanzo ed un racconto. Il fine dell'opera non è quello di provocare o proporre ma di rivelare la preghiera ardente che accende un continente; la stessa preghiera che ha portato, finalmente, alla decisione di Papa Francesco, con proprio decreto del 3 febbraio 2015, di riconoscere il martirio in odium fidei di monsignor Romero, che è stato elevato alla gloria degli altari, come beato, in una solenne celebrazione in San Salvador, il 23 maggio 2015. La sua festa è stata fissata al 24 marzo, giorno della sua uccisione, la stessa giornata è stata proclamata dalle Nazioni Unite giornata internazionale per il diritto alla verità sulle gravi violazioni dei diritti umani e per la dignità delle vittime. Samuel Rovinski (1934-2013) è considerato uno dei più rappresentativi drammaturghi del Costa Rica della seconda metà del ventesimo secolo. Autore di una vasta produzione teatrale e narrativa, ha scritto per il cinema e la televisione. Laureato in ingegneria civile, si è dedicato interamente alla sua opera letteraria fino alla sua morte. È stato insegnante universitario e ha ricoperto importanti incarichi diplomatici e culturali. È stato vice direttore della Radio Nazionale e della televisione del Costa Rica, direttore dell'Istituto Centrale di Scienze della Formazione (SISSA) e del Teatro Nazionale del Costa Rica. Le sue opere sono state rappresentate in numerose occasioni, sia in Costa Rica che all'estero. Tra i suoi titoli più importanti sono alcova governo (1967), Il labirinto (1969), La indiscreti di Paso Ancho (1971), un modello per Rosaura (1974), Il martirio del pastore (1982), Gulliver addormentata (1985), Genesis (2006). Non meno ricca è la sua opera narrativa, che contiene opere come Tempo scaduto (1963), La Pagoda (1968), Accademia di razza (1976), Gli ebrei Cuentos de mi tierra (1982) Legacy of Shadows (1993) Il dolce sapore della vendetta (2000). Selezioni della sua narrativa sono state tradotte in inglese, francese, tedesco, e sono incluse in importanti collezioni antologie.
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