Don Giovanni
di Molière
Mercoledì 24 Febbraio 2016 - dalle ore 20:30
Teatro Verdi - Brindisi (BR)
Don Giovanni di Molière
Mercoledì 24 Febbraio 2016 - ore 20.30 Teatro Verdi - Brindisi (BR)
«Don Giovanni» di Molière con Alessandro Preziosi al Teatro Verdi
Mercoledì 24 febbraio (ore 20.30) l’attore napoletano torna a Brindisi per interpretare il seduttore più famoso di tutti i tempi. In scena con Preziosi, che cura anche la regia, Nando Paone nel ruolo del fido servitore Sganarello
«L’ipocrisia è un vizio alla moda e tutti i vizi alla moda sono considerati grandi virtù». Parte da questo assunto il «Don Giovanni» di Molière, la commedia diretta e interpretata da Alessandro Preziosi che mercoledì 24 febbraio, alle 20.30, sarà in scena al Nuovo Teatro Verdi di Brindisi.
Con questo «Don Giovanni» di Molière, l’attore napoletano firma lo spettacolo che conclude un’ideale trilogia dedicata al Seicento, dopo Amleto e Cyrano. Tre personaggi per tre grandi spettacoli che insieme formano un grande affresco barocco, nel quale il teatro è l’essenza della realtà. «Don Giovanni» è la necessità stessa del teatro, il bisogno continuo di rappresentarsi, di conquistare la donna, così come l’attore conquista il suo pubblico.
Riposto il Cyrano, che il pubblico di Brindisi ha applaudito quattro anni fa, Preziosi si cimenta con il più classico dei classici. Se numerose sono state le versioni teatrali del «Don Giovanni», la cui immensa fortuna letteraria cominciò nel 1630 quando Tirso de Molina scrisse il suo «Burlador de Sevilla», l’opera di Molière è ancora oggi la più nota. Commedia ambientata in Sicilia, il «Don Giovanni» vede il cinico avventuriero imporre il suo spirito libero, raffinato e dissacrante, in aperta opposizione con le convenzioni sociali, pronto a burlarsi anche della religione e a rivendicare la propria indipendenza. Accanto al protagonista, ateo, seduttore e sprezzante delle leggi umane e divine, c’è il servitore Sganarello, interpretato dal bravissimo Nando Paone.
Alessandro Preziosi e Tommaso Mattei, autore dell’adattamento, danno a questa messinscena un taglio cinematografico e tridimensionale, per «materializzare sotto gli occhi degli spettatori - scrive Alessandro Preziosi nelle sue note di regia - uno dei più affascinanti archetipi letterari della cultura occidentale». Sullo sfondo, uno schermo interattivo mostra i cambi di scena e fa da contrappunto alle vicende narrate.
Il conquistatore incallito fa del peccato uno stile di vita e pare incarnare la sessualità libertina e predatrice dei giorni nostri. Il nobile spagnolo è un affabulatore frivolo al quale tuttavia non manca la sincerità: in una franca lode all’ipocrisia, la definisce «un vizio che chiude la bocca a tutti e gode di impunità». Ciò che accade nella società di oggi, che indulge con tacito assenso ai suoi inganni. Il personaggio ammette la sua natura, che altri velano con apparente buonismo. La scelta di mettere in scena «Don Giovanni» nasce dalla straordinaria contemporaneità del testo, critico con una società che esalta l’immagine fine a se stessa, e dal desiderio di rendere omaggio alla scrittura, all’immaginazione e al teatro, in tutte le sue forme.
Preziosi raccoglie la sfida tutta teatrale di portare sul palco un personaggio che qualcuno ha giustamente definito «il carattere più teatrale che abbia attraversato la scena». Una storia di grande attualità, come ha sottolineato il protagonista e regista dello spettacolo. «Don Giovanni indossa una maschera per poter scardinare le ipocrisie altrui. Come quella di un pagliaccio, non però nel senso circense, ma una maschera antica. Un burlator burlato, insomma, che prende in giro ma alla fine cade nella sua trappola. Lui se lo può permettere perché è un mito letterario e ogni sera rinasce».
Un dramma giocoso nel quale comico e drammatico si intrecciano in un gioco di scambi e di rimandi. Il protagonista è un funambolo del trasformismo. «Il mondo - ha concluso l'attore - può fare a meno di Amleto, di Cyrano e di altre grandi icone del teatro, non però di Don Giovanni perché la nostra società ha bisogno di essere sedotta, speriamo non anche abbandonata».
Si comincia alle ore 20.30 Durata: due ore e 10 minuti più intervallo Per tutte le informazioni www.fondazionenuovoteatroverdi.it Tel. (0831) 229230 - 562554