Teatro Del Borgo

Prossimi Appuntamenti

Da Venerdì 25 Maggio a Sabato 09 Giugno 2018 -
Teatro Del Borgo - Via Di San Bartolo A Cintoia, 97 - Firenze (FI)

Cari spettatori del Teatro del Borgo, Via di San Bartolo A Cintoia, 97 – Firenze Info & Prenotazioni Prenota subito: prenotazioni@teatrodelborgo.it oppure invia un sms al: 375 5728488 Altre info: www.teatrodelborgo.it

ecco i prossimi imperdibili appuntamenti:

Venerdì 25 maggio, ore 21:15 "È una storia vera! *SOLD OUT*

Dopo il grande successo ottenuto ad aprile, tornano Daniele Poli e Paolo Piazzini al Teatro del Borgo! A grande richiesta un secondo appuntamento con lo spettacolo "È una storia vera!"

ANCORA UNA VOLTA UN GRANDE SUCCESSO DA SOLD OUT.  RESTATE SINTONIZZATI PER INFORMAZIONI SU EVENTUALI REPLICHE

Sabato 26 maggio, ore 21:00 "Monolo-chi? Monolo-che?" scritto, diretto e interpretato dalla compagnia Malament'Espress Lo spettacolo nasce da una nostra esigenza di proporre sulla scena alcuni estratti di vita quotidiana: crediamo che ogni momento, anche banale della vita di ogni persona possa essere spunto per una trama teatrale e per un coinvolgimento emotivo da parte del pubblico. Un primo amore non ricambiato, una perplessità sul mondo, una grande amicizia possono prendere forma scenica. In una chiave comico-grottesca le nostre protagoniste, Dora e Zoe, due care amiche, durante un pigiama party, attraverseranno i vari stadi dell'emotività umana: dalla pura follia, all'insicurezza sul proprio aspetto, alla più nera tristezza. Passeranno insieme attraverso la nostalgia dolce dei ricordi. Realizzare i propri sogni è un'ardua impresa e insieme capiranno che non è importante raggiungerli quanto apprezzarne il percorso: "La vita va dove dovrà andare, sarà sempre un successo! Un successo banale, sì. Ma pur sempre la propria vita e quindi degna di religioso rispetto, così come essa è!". 

 

12 maggio - 9 giugno 2018 Mostra "CoverArt"

Trenta3 copertine al teatro non è soltanto una mostra. È forse un’esperienza che scaturisce da un esercizio di memoria. È il salto nel passato che l’artista ci permette di compiere soltanto osservando i suoi lavori. Visioni intuite e fuggevoli ci consentono di inquadrare ogni copertina all’interno di una cornice storico-sociale ben evidente. Potremmo parlare di istantanee di una storia, flashback materici di un artista che non rinuncia a trasmettere una personale chiave di lettura di ciascuna delle trentatré copertine di LP sulle quali lavora. Dipinge, fotocopia, strappa, attacca e compone: la deformazione professionale del grafico non lo allontana dal ruolo di artista ma anzi rimarca questa sua volontà di affermarsi come tale. Il suo lavoro di studio e ricerca coin- volge sia la forma che i contenuti ed è più che mai teso alla contaminazione e agli incroci, tipologie di azione imposte dalla comunicazione odierna, multidisciplinare e polifunzionale. Così le copertine non si presentano solo come un prodotto tipografico frutto di uno studio esclusivamente orien- tato alla definizione del layout, ma piuttosto come rappresentazione grafica di concetti resi afferrabili e com- prensibili tramite l’utilizzo di immagini iconiche, di frasi e simboli. Ognuno di questi elementi rappresenta un’entità, più o meno semanticamente autonoma, resa maggiormente comprensibile grazie ad un’elaborazione, operata tramite l’utilizzo delle tecniche di fotocopia, finalizzata a sot- trarre o aggiungere piani visivi alla pagina d’origine. La volontà è quella di concentrare l’attenzione o lo sguardo su determinati dettagli, da lui scelti. È l’artista che decide cosa far effettivamente osservare ed anche in questo aspetto si evince la prepotenza con cui si afferma la figura del grafico, del pubblicitario. In quest’ottica assume un ruolo determinante anche la parola. Essa sintetizza l’immagine in un concetto nella stessa misura in cui l’immagine medesima rappresenta la parola. Di fatto, sembra che nessun elemento prevalga sull’altro ed è proprio l’aggiunta dei piani visivi che permette una coesistenza armonica, un equilibrio tra forma e contenuti. Mauro Pispoli risente delle influenze subite durante il suo percorso di continua ricerca. La Poesia Visiva che tanto ha animato i ferventi anni ‘60 ha lasciato impresso, nelle logiche di composizione dell’immagine e nelle teorie artistiche applicate, un segno indelebile, nitido: l’unica possibilità d’espressione per l’artista, adesso come allora, è manifestarsi attraverso tendenze visive e iconografiche tipiche della cultura di massa. Il significato del complesso risultante, però, non è mai uguale a quello della rappresentazione di partenza. Il montaggio e la composizione del lavoro alterano spesso l’accezione originaria dei dettagli che affiorano. Elementi di per sé significanti che, estrapolati dal loro contesto di origine, si fanno portatori di concetti diversi, funzionali al nuovo sistema entro il quale sono stati inseriti. I continui giochi di destrutturazione e ricomposizione sono la chiave di un dialetto artistico teso a recepire i minimi cambiamenti della cultura visiva.