Quelli Che La Vita L'è Bèla
Giorgio Comaschi E Alessandro Pilloni
Giovedì 23 Febbraio 2017 - dalle ore 21:00
Teatro Il Celebrazioni - Via Saragozza, 234 - Bologna (BO)
TEATRO IL CELEBRAZIONI GIOVEDÌ 23 FEBBRAIO ore 21.00
GIORGIO COMASCHI e ALESSANDRO PILLONI in
QUELLI CHE LA VITA L’È BÈLA Il mondo di Beppe Viola e di altre persone difettose un progetto teatrale di Giorgio Comaschi e Alessandro Pilloni
Giovedì 23 febbraio al Teatro Il Celebrazioni Giorgio Comaschi e Alessandro Pilloni porteranno in scena un loro progetto teatrale, Quelli che la vita l’è bèla. Il mondo di Beppe Viola e di altre persone difettose.
Quelli della zona 11. Via “Lomella” e piazza Adigrat. La Milano che si rilancia nel dopoguerra, la Milano che respira, che crea e che vive attraverso i suoi protagonisti, la Milano della nebbia, di San Siro, inteso come stadio o inteso come ippodromo. La Milano del linguaggio nuovo, geniale e all’avanguardia di Beppe Viola, giornalista e scrittore (ma grande scommettitore e gran curioso di roba surreale, di gente di periferia, di operai, ladri, prostitute e gente che si inventava qualcosa per far venir sera) e di un altro compare di giochi, di guizzi e di lampi nel grigio di una Milano grigia, Enzo Jannacci, orchestrale, musicista, uno di traverso al mondo, alle canzonette e a tutto il resto. Attingendo dai libri di Beppe Viola come “Quelli che…”, come “L’Incompiuter”, e da quello di Marina Viola come “Mio padre è stato anche Beppe Viola”, Giorgio Comaschi, attore, scrittore e giornalista (non a caso vincitore del Premio Beppe Viola per il giornalismo sportivo nel 1994) e Alessandro Pilloni, attore e autore di testi teatrali, rileggono la storia. Sulla scena, attraverso il mondo di Beppe Viola e di Jannacci, rinasce uno spaccato di una Milano affascinante, una Milano che non c’è più, ma anche di una Milano che ha lasciato un segno indelebile nel linguaggio teatrale, comico e televisivo. Il tutto condito da immagini della Milano dei tram, delle fabbriche, degli anni sessanta per captarne meglio il profumo. Dialoghi a due e monologhi, le parole di Viola da recitare o da raccontare, il giornalismo di quegli anni, il Milan, Rivera, Bruno Pizzul, Cochi e Renato, e i personaggi minori, rigorosamente “difettosi” come amava Beppe e come amava Enzo. Pochi oggetti sulla scena, due cartoni, una televisione, una macchina da scrivere, il tavolino di un bar. E il testo. Il testo di uno più dei grandi rivoluzionari del linguaggio comico e giornalistico italiano. Ironia. Ironia allo stato puro per un’ora e un quarto. E la voglia di riascoltarsi e di farci raccontare da Beppe Viola cosa si sono persi quelli che non c’erano.
PREZZI (comprensivi di prevendita): intero: 26,00 € - ridotto 24,00 € - smart 20,00 €
PREVENDITE acquistabili presso la biglietteria del TEATRO IL CELEBRAZIONI (Via Saragozza, 234, Bologna), aperta dal lunedì al sabato, dalle 15.00 alle 19.00, presso la biglietteria del TEATRO EUROPAUDITORIUM (Piazza Costituzione, 4, Bologna) aperta dal lunedì al sabato, dalle 15.00 alle 19.00, attraverso il Circuito VIVATICKET-CHARTA, i punti d'ascolto delle IperCoop e il Circuito TICKETONE, oltre alle prevendite abituali di Bologna e provincia e attraverso il sito www.teatrocelebrazioni.it
Per maggiori informazioni: 051.4399123 – info@teatrocelebrazioni.it
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QUELLI CHE LA VITA L’È BÈLA
Sono entrato nel mondo di Beppe Viola nel ‘74 leggendo l«’Incompiuter», un libro geniale, assurdo, stralunato e surreale scritto insieme a Jannacci. Una follia che mi è piaciuta molto e che mi è continuata a piacere attraverso le canzoni di Enzo e gli sketch di Cochi e Renato. Poi «Quelli che la vita l’è bèla» li ho persi un po’ di vista ma poi li ho ritrovati e nel ‘94 ho avuto la fortuna di vincere il Premio Beppe Viola per il giornalismo sportivo. Da allora Beppe è diventato mio zio. E facendo questo spettacolo, insieme ad Alessandro Pilloni, mi sembra di parlare di uno zio che viveva in un mondo molto simile a quello che ho vissuto nella Bologna degli anni ‘80/’90. La differenza è che a Milano si andava di derby, di roba comica, di cavalli e di Milan. A Bologna invece tutti cantautori sulla scia del Maestrone Guccini. Ma sempre comunque cantine fumose, palchetti con luci un po’ così, espressioni rapite davanti a un microfono. Più o meno era la stessa roba. Roba di cui hanno nostalgia oggi a Milano e di cui abbiamo nostalgia anche noi a Bologna. Uguale. Ecco perché. Ecco perché il profumo e il sapore è quello buono. E fa pensare che in fondo in fondo la vita sarebbe bèla anche adesso, se fossimo più leggeri.
Giorgio Comaschi
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QUELLI CHE LA VITA L’È BÈLA
Beppe Viola l’ho conosciuto guardandolo alla televisione, alla Domenica Sportiva, quando avevo dieci anni. Se fossi stato a scuola con le figlie, avrei chiesto a loro un autografo del padre, come facevano i loro compagni di classe. Mi piaceva. Non capivo perché. Forse perché faceva sorridere, o ridere proprio. Pensavo che fosse normale unire questa leggerezza, questa ironia, con il gioco del pallone. Poi quando se ne è andato, ho capito che non era tanto normale il suo modo di parlare di calcio, perché quel modo di comunque sdrammatizzare, di prendere e prendersi in giro, non li trovavo più, o quasi più. Dopo qualche anno, mi è sembrato di rivedere quel modo lì, di scrivere e discorrere di football, in un altro giornalista, che non stava a Milano ma a Bologna, nella mia città. Ho scoperto che non batteva solo a macchina per il giornale, ma faceva anche teatro. E sono andato a vederlo. La mia prima volta a teatro. Raccontava dei mitici anni sessanta. Faceva anche lui ridere. E non solo.
Dopo trent’anni esatti, quel giornalista attore di Bologna, Giorgio Comaschi, che nel frattempo ho conosciuto, ha un’idea e un giorno dell’anno scorso viene da me a condividerla: perché non facciamo qualcosa su Beppe Viola? Io lo guardo, Giorgio Comaschi, e gli dico “sì”. Perché anche se sono di due città diverse, quei due, Beppe e Giorgio, li vedo proprio bene assieme. Del resto l’avevo sentito subito che la lingua, la visione è la stessa. E anch’io forse dentro di me aspettavo, in tutti questi anni, di ritrovare un giorno Beppe Viola, dopo aver sentito al telegiornale un giorno d’ottobre dell’82 che non c’era più. Improvvisamente. Senza neanche il tempo di un saluto. Così con l’energia e l’entusiasmo di quel ragazzino che lo aspettava alla televisione, ho cominciato a leggere e cercare tutto quello che ha scritto Viola. E da lì è nata una prima stesura di testo e poi altre versioni condivise, per trovare il modo più adatto per raccontare la storia di Beppe Viola. La scelta è stata di raccontare praticamente tutto attraverso le parole dei Viola: soprattutto di Beppe, e anche della figlia Marina. I dialoghi e i monologhi che viviamo, quei personaggi li ha inventati od osservati proprio Beppe Viola. Non sono nostre improvvisazioni. Sono suoi pezzi. È sempre il suo punto di vista. E noi li alterniamo al racconto della vita, usando questi brani in modo imprevedibile, entrando e uscendo dalle situazioni, in modo un po’ folle, sorprendente. Come si respira nei libri di Viola, nei suoi articoli, nelle sue interviste. Nella sua vita di milanese figlio di emigrati. Come Jannacci, amico fraterno d’infanzia. E figlio di emigrati come me. E come diventa facile ritrovarsi nel suo modo di prendere in giro i terùn, per prendersi in giro.
Beppe Viola raccontato a teatro quindi da un bolognese come me, e da un bolognese doc come Comaschi, con il suo stesso tocco di palla.
Perché noi, da Bologna?
Perché Comaschi ha avuto l’idea e ha quell’affinità speciale. E forse anche perché spesso bisogna avere una certa distanza fisica, per vedere le cose, non essere troppo dentro alle situazioni, per non essere imbrigliati, anche solo emotivamente.
Avere un punto d’osservazione particolare per raccontare Beppe Viola.
Uno che aveva una presenza che riempiva uno stadio intero.
Alessandro Pilloni
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Biografia
GIORGIO COMASCHI
Giorgio Comaschi, bolognese, è giornalista professionista dal 1978.
Ha lavorato per il quotidiano Stadio-Corriere Sport fino all’85 per poi passare a La Repubblica dove si è occupato di sport e spettacolo. Dal gennaio ‘94 ha lasciato il giornale diventando free-lance e conservando collaborazioni con vari quotidiani. Show man e comico per diletto ha ideato ed interpretato diversi spettacoli teatrali I sogni son desideri, L’omino dei lupini, Calciobalilla, Buonanotte signorina Esposito, Fagiolino e Biavati caduti dalle nuvole, Stump, Delitto a teatro, Riunione di consiglio, Commendator Paradiso, Fra la va Emilia e il West (da un testo di Francesco Guccini), oltre a girare come regista video alcuni cortometraggi.
Ha condotto in televisione per Telemontecarlo le edizioni ‘93-‘94 e ‘94-‘95 di Galagoal. Nel ‘93 ha vinto il Premio Beppe Viola per il giornalismo sportivo. Ha collaborato come inviato a “Quelli che il calcio” e condotto il programma “Taxi” di Lucio Dalla sulla terza rete. Ha condotto per tre anni (dal ‘95 al ‘98) il programma radiofonico “Quelli che la radio“, in coppia con Giorgio Conte, su Radio 2. In televisione ha partecipato per due edizioni (‘95 e ‘96) come inviato esterno al programma “Carramba che sorpresa!” con Raffaella Carrà su Rai 1. Ha condotto come spalla di Milly Carlucci due “Feste della mamma” e un capodanno da Assisi su Rai 1 “La notte degli angeli” 1997.
Ha presentato dal ‘97 al 2000 la striscia “La Zingara in viaggio” su Rai 1. È stato autore e conduttore de “Lo Zecchino d’Oro” nel ‘98 e ‘99 partecipando poi col personaggio del Mago Zurloff anche a “La Banda dello Zecchino”. Nel 2000-2001 ha partecipato su Rai 2 a “I fatti vostri”.
Da più di dieci anni dirige un gruppo di attori “La compagnia del giallo”, con cui porta in giro la formula di dinner show Cena con delitto nei teatri ristoranti d’Italia.
Ha viaggiato nel 2002 su Adriatica, la barca di “Velisti per caso”, conducendo per un periodo la serie su Rai 3 con Patrizio Roversi e Syiusy Blady.
Ha pubblicato i libri “Ciop”, edizioni Zelig, “Certo che voi di Bologna”, “Il rapimento di Roberto Baggio” e “Scusi per Bologna? Lei bisogna che faccia il giro”, edizioni Pendragon. Collabora con il Il Resto del Carlino, La Nazione, e il Giorno con la rubrica settimanale“La Mosca”.
Insieme ad Antonio Albanese ha diretto dal 2005 al 2008 una scuola teatrale, Teatro lab Bologna, per un progetto della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.
Nell’estate 2008 ha portato il nuovo spettacolo Quello della radio, dedicato a Guglielmo Marconi in Australia (Perth, Adelaide, Malbourne e Sidney). Nel 2009, sempre con la Regione Emilia - Romagna, ha replicato lo spettacolo su Marconi al Teatro Duse di Bologna, in Canada, a Vancouver, Montreal, Toronto e Ottawa, al festival della filosofia di Modena, in Belgio, a Bruxelles, Liegi e Genk e a Londra.
Nei mesi di ottobre e novembre 2009 ha portato a New York il suo dinner show (in inglese con attori americani) Puarò e la casa di madame Clicot replicato al Gradisca Restaurant.
Nel novembre del 2009 è uscito, per Pendragon, il suo quinto libro, “Mosche su Bologna”, una raccolta di articoli satirici sugli usi e costumi dei bolognesi dalla fortunata rubrica del sabato su Il Resto del Carlino.
Nel maggio 2010 ha portato in scena in prima nazionale al Teatro Duse di Bologna Il mistero di Felix Pedro, dedicato a Felice Pedroni, emigrante di Fanano che ha scoperto l’oro in Alaska nel 1902 e fondato la città di Fairbanks; “Felix Pedro”, edito da Pendragon, è anche il sesto libro di Giorgio Comaschi.
Nel 2012 ha ideato insieme a Fausto Carpani San Petronio con vista, un curiosa visita-spettacolo all’interno della basilica di San Petronio per sostenere i lavori di restauro della chiesa. Ha scritto e interpretato per l’occasione un’affabulazione sull’incoronazione di Carlo V del 1530 eseguita dal pulpito a metà navata.
Ha iniziato una serie di visite-spettacolo ai Musei Universitari di Bologna che proseguiranno da metà gennaio fino ad aprile.
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Biografia
ALESSANDRO PILLONI
Nato a Bologna, maturità classica e laurea in Giurisprudenza, si è poi diplomato all’ Accademia d’Arte Drammatica dell’Antoniano di Bologna. Ha partecipato ai laboratori teatrali di Sara Bertelà, Elena Bucci e Danio Manfredini.
Ha interpretato numerose opere di Shakespeare, tra cui Amleto, Pene d’amor perdute, Romeo e Giulietta, Molto rumore per nulla e Otello, nel ruolo del titolo, con la compagnia dei Borghi di Parma diretta da E. Cantoni. Ha sperimentato anche il teatro greco classico ne Le baccanti e in Tesmoforiazuse, con il Gruppo Colli di E. Montagna.
Con lo Stabile del Veneto ha partecipato allo spettacolo L’isola del tesoro, per la regia di L. De fusco. Ha preso parte a drammi storici e romantici come Ugo Bassi, Le spine di Montesole e Jerusalem, riduzione della Gerusalemme Liberata. Ha inoltre portato in scena Gallows Humor di Richardson e recitato in Quando Teresa si arrabbiò con Dio da Jodorowsky, di e con A. Malfitano.
Fa parte della compagnia del Giallo, diretta da G. Comaschi con cui collabora in Delitto a teatro, Le nozze di Bertalia e numerose Cene con delitto.
Per “Bologna estate “ è uno degli attori delle due edizioni L’enigma della lapide e L’enigma della tela di Giovanni Gotti ed Eugenio Bortolini.
Attore in diversi spettacoli per ragazzi tra cui Il mago di Oz, La gabbianella e il gatto, Pinocchio, I tre moschettieri e Il giro del mondo, diretti da S. Bertuzzi.
Ha interpretato Dante Alighieri in Traghetto, nei sotterranei di Bologna.
È voce narrante in Storia di Babar, Pierino e il lupo, collaborando con la pianista Raffaella D’Esposito, e negli spettacoli Morte di un poeta, sulla vita di Pasolini, Faust di Pessoa, I digiuni di Santa Caterina, della Maraini. È inoltre la voce degli audiolibri “Sinfonia del presepe“ e “Dio ha tanto amato il mondo“.
Ha scritto i testi “16.670 il numero di telefono del cielo“ sull’Olocausto, “Io e Chopin“ sulla vita del pianista polacco, e “2/8/80 laggiù in quel binario vedo…” sulla strage di Bologna.
Prende parte allo spettacolo teatrale Marconi, l’uomo che ha cambiato il mondo di e con G. Comaschi, che viene portato in tournée in Australia, Canada, Belgio e Londra.
Ha lavorato in televisione, in alcune trasmissioni della Rai, tra cui “A sua immagine“, “Festa di Natale“, e nella fiction “Amanti e segreti“, e a Sat 2000 come inviato di “Terraluna“.
Al cinema è uno degli attori del film “Sono viva, credo“ di G. Bonicelli sull’eccidio di Marzabotto. Prende parte anche ad“ Albakiara” di S. Salvati.
Ha scritto e messo in scena lo spettacolo La pugna e la pipa, insieme ad Andrea Santonastaso, sull’impresa degli azzurri nei mondiali del 1982, che ha debuttato all’Arena del Sole di Bologna, quattro anni fa, e da allora è in giro in numerosi teatri e piazze d’Italia, tra cui quella di Cattolica, il 13 luglio 2016, per il 1° festival nazionale della cultura sportiva.
L’ultimo lavoro come attore autore è Toni Ligabue una bestia di pittore, sulla vita del pittore chiamato “al pitur matt”, sempre insieme a Santonastaso.
Ora ha appena terminato di comporre il testo Quelli che la vita l’è bela, insieme a Giorgio Comaschi, sul mondo di Beppe Viola e di altri soggetti difettosi, spettacolo che debutterà in questa stagione al Teatro Il Celebrazioni di Bologna.