Rassegna Di Teatro Contemporaneo Della Contrada

Aifabbri2 - 2^ Edizione

Da Giovedì 13 Ottobre 2022 a Sabato 01 Aprile 2023 - dalle ore 20:30
Teatro Dei Fabbri - Via Dei Fabbri, 2/a - Trieste (TS)

AL TEATRO DEI FABBRI TORNA LA RASSEGNA DI TEATRO CONTEMPORANEO DELLA CONTRADA DAL 13 OTTOBRE 2022 A MARZO 2023 SONO 14 I TITOLI NEL CARTELLONE “AIFABBRI2” INSIEME A DAVIDE ROSSI, OSCAR DE SUMMA, DANIELA GATTORNO, MARZIA POSTOGNA, GIUSTINA TESTA, VALENTINO PAGLIEI, ILARIA MARCUCCILLI, DIANA HÖBEL E MOLTI ALTRI

Il 13 ottobre si alza il sipario del Teatro dei Fabbri, il piccolo gioiello della Contrada nel cuore della città vecchia di Trieste, con la rassegna "AiFabbri2", dedicata al teatro contemporaneo. Sono 14 gli appuntamenti per sperimentare ed esplorare vie inaspettate rispetto al teatro tradizionale: un calendario variegato nato anche grazie alle collaborazioni con importanti realtà culturali nazionali che porteranno ai Fabbri e al pubblico triestino alcune delle loro produzioni più interessanti e innovative. Con molte storie di donne, di oggi e del passato, da Scenes With Girls che apre la rassegna al carteggio tra la pittrice ed editrice triestina Anita Pittoni e Linuccia Saba, dall’incrocio tra un’internata nel manicomio di Trieste e la fotografa Marianne Strobl alla rielaborazione della figura di Elena di Sparta, fino all’assolo teatrale di una giovane attrice e autrice “di seconda generazione” che racconta il confronto tra l’Italia e il tema della diversità.

«Prosegue con la seconda edizione la rassegna della Contrada che restituisce anche al pubblico più adulto il teatro in via dei Fabbri, da sempre casa degli spettacoli per i più piccoli con il Teatro Ragazzi», spiega la direttrice artistica della Contrada, Livia Amabilino, che ha presentato la stagione insieme al direttore organizzativo Diego Matuchina. «Da tempo abbiamo iniziato infatti ad ospitare ai Fabbri anche titoli legati al teatro contemporaneo, una proposta che dallo scorso anno è diventata una stagione più articolata, più coraggiosa e di ricerca. Con la rassegna 2022-2023 continuiamo un percorso di sperimentazione che coinvolge le tante realtà culturali nazionali con le quali La Contrada ha stretto collaborazioni, in particolare negli ultimi anni. Sempre con l’idea di fare il teatro tutti insieme, esplorando e contaminando le sue infinite possibilità espressive».

La stagione di AiFabbri2 parte dal 13 al 15 ottobre con Scenes With Girls, storia di ragazze, con le loro aspettative e le loro contraddizioni, dal testo della commediografa britannica Miriam Battye, con un cast tutto al femminile e la regia di Martina Glenda, e prosegue dal 27 al 29 ottobre con Boddah di Davide Rossi, in veste di autore e interprete, riflessione sul suicidio di Kurt Cobain a partire dalla sua lettera di addio. Dal 3 al 5 novembre tocca a Il signor Dopodomani, monologo del fumettista Domenico Loddo interpretato da Stefano Cutrupi, confessione di un uomo vittima sentimentale di un amore finito, tra le note di Battiato e Fossati. Dal 17 al 19 novembre il pluripremiato attore e autore Oscar De Summa porta ai Fabbri L’ultima eredità, viaggio geografico ed emotivo di un uomo che raggiunge il padre malato terminale, ripercorrendo la sua vita, mentre il 20 e 21 novembre Silvia Priori fa incontrare teatro tradizionale e danza orientale in Elena di Sparta. L’appuntamento del 1 e 2 dicembre è con Respiro piano, scritto, diretto e interpretato da Piera Russo, tra oggetti che rievocano memorie di famiglia nella Campania degli anni ’50. Dal 5 al 7 gennaio 2023 si riparte con una produzione originale La Contrada dedicata alla figura della pittrice ed editrice triestina Anita Pittoni, a 40 anni dalla sua morte: Epistolario triestino, con Daniela Gattorno e Marzia Postogna, porta al pubblico il suo scambio di lettere con Linuccia Saba, figlia di Umberto. Il 18 e 19 gennaio è la volta di Giustina Testa, autrice e interprete del monologo Sala Party, che dà voce a una donna costretta, in una sala operatoria, a decidere del destino di suo figlio. Il 25 gennaio, in data unica, Gerarchia e privilegio è un “melologo” per voce e pianoforte con Diana Höbel che riflette sulle dinamiche dei campi di sterminio, attraverso le parole di Primo Levi e di Hermann Langbein. Il 3 e 4 febbraio Pietro Cerchiello porta ai Fabbri la sua Ecologia capitalista, poi la stagione prosegue con quattro produzioni originali La Contrada: il 16 e 17 febbraio Valentino Pagliei propone il suo Ciclope, una rêverie per luce, voce e contrabbasso tratta dal 12° episodio dell'Ulisse di James Joyce, mentre il 3 e 4 marzo, con Bella dentro, Ilaria Marcuccilli, porta in scena la storia di Viola, rinchiusa nel manicomio di Trieste ma libera nella sua mente, e della fotografa Marianne Strobl che la immortala da una finestra di uno dei padiglioni di San Giovanni. Dal 17 al 19 marzo tocca a Terzetto spezzato, una “fantasia in un atto” di Italo Svevo sul classico triangolo “lui-lei-l’altro”, reinterpretato dalla regia di Elke Burul, e infine il 31 marzo e 1 aprile la stagione si conclude con Pensiero stupendo, con la regia Omar Makhloufi, assolo teatrale anche cantato e danzato di e con Didi Garbaccio Bogin, autrice e attrice "della seconda generazione", che ci racconta sulla sua stessa esperienza il persistente problema dell’Italia di oggi con la diversità.

Tanti appuntamenti per sognare e  riflettere insieme sotto il tetto a botte del Teatro dei Fabbri e l’insegna di Bruno Chersicla "Teatro dei Fabbri”. Per informazioni contrada@contrada.it oppure 040947481

PREZZI E ABBONAMENTI RASSEGNA "AI FABBRI2”:

CARNET FABBRI 5 Spettacoli 45,00 euro

RIDUZIONE ABBONATI CONTRADA 5 Spettacoli 35,00 euro

BIGLIETTI Intero 12,00 euro Ridotto sopra i 65 anni 10,00 euro Abbonati Contrada 8,00 euro Cortesia 5,00 euro

TUTTI GLI SPETTACOLI:

SCENES WITH GIRLS DAL 13 AL 15 OTTOBRE, ORE 20.30 di Miriam Battye Traduzione di Martina Glenda e Massimo Cerrotta Con Chiarastella Sorrentino, Chiara Gambino, Giulia Chiaramonte Regia Martina Glenda Produzione Khora.teatro

Un appartamento e due ragazze che si guardano le spalle l’un l'altra. Lou e Tosh non hanno intenzione di cedere ad uno schema di vita che qualcun altro sembra aver già deciso per loro. Altre amiche, come Fran, sono passate da quella casa, poi si sono fidanzate e sono andate via. Lou e Tosh rimangono e resistono. Hanno la loro amicizia e questo è quanto basta. Questo è amore.

Il testo di Miriam Battye ci porta nel mondo di Lou e Tosh. Tema fondamentale della narrazione è l’amicizia ed il valore che devolviamo a un rapporto che, a differenza di quello sentimentale, dà tutto senza chiedere una “ricompensa”. La stessa autrice si riferisce al testo dicendo: «Penso che tratti del mondo impossibile in cui vivono le giovani donne: viene detto loro che il loro scopo è trovare qualcuno che le ami, e poi si sentono patetiche perché vogliono trovare qualcuno che le ami. Non ho idea di dove inizi o finisca il desiderio di essere amati. Non so cosa mi appartiene e cosa è solo qualcosa che mi è stato inculcato».

BODDAH DAL 27 AL 29 OTTOBRE, ORE 20.30 di e con Davide Rossi produzione Associazione Culturale Artifragili

Boddah affronta un tema sempre coinvolgente e ricco di spunti: trovare il proprio posto nel mondo. La vita spesso propone delle sfide che possono rendere incerti e dubbiosi riguardo alle proprie capacità e al proprio posto in un mondo così aspro e spesso indeciso come l’attuale. L’importante è cercare di non perdere la bussola e continuare sempre a scavare dentro di sé. La figura chiave dello spettacolo è quella di Kurt Cobain, morto all’età di 27 anni, simbolo di una generazione in rivolta, che combatte per ritagliarsi un piccolo spazio sul suolo dissestato del mondo.

Il punto di partenza dello spettacolo è la lettera di suicidio di Kurt Cobain, personalità profonda, ma anche tormentata e in bilico. Dalle sue parole emerge una grande tristezza, dettata da un’assenza di emozione che l’artista denuncia. Con le dovute proporzioni, è facile capire quale sia la difficoltà dell’essere un artista che vuole solo trovare un posto nel mondo, sia come persona che come interprete delle arti.

Il SIGNOR DOPODOMANI L’INDICIBILE SPROLOQUIO DI UN CONDANNATO A VIVERE DAL 3 AL 5 NOVEMBRE ORE 20.30 un monologo di Domenico Loddo Con Stefano Cutrupi Regia di Roberto Zorn Bonaventura Elementi scenici di Carlo Omodei Produzione Teatro dei 3 Mestieri

Il Signor Dopodomani è "l’indicibile sproloquio di un condannato a vivere”, scritto dal fumettista calabrese Domenico Loddo con l’intelligente e scorrevole regia di Roberto Bonaventura. Su una scena ben congegnata, desolatamente spoglia, con un tappeto, un registratore a bobine ed uno stereo portatile, si muove il bizzarro protagonista, un agitato uomo in frack, a piedi nudi, spalle da rugbysta e volto sofferente, che racconta la sua amara, grottesca, storia.

Nella pièce a scandire le vicissitudini di un uomo senza significato, senza presente e futuro, una track-list su musicassetta di 45 minuti che racchiude tutto ciò che è rimasto della sua compagna Ada che l'ha lasciato. E tra le note di Battiato, Fossati ed altri intriganti autori, si racconta e si consuma la via crucis sentimentale di questo giovane vittima di un amore durato solo tre anni e mai più dimenticato. In scena un’autentica confessione, quella di un uomo senza nome, senza identità, che cerca - in un finale aperto a più soluzioni - una implacabile, feroce, definitiva vendetta che lo salvi finalmente da quel suo immenso dolore.

L’ULTIMA EREDITÀ DAL 17 AL 19 NOVEMBRE, ORE 20.30 Di e con Oscar De Summa Ambiente sonoro e arrangiamenti Matteo Gozzi, Oscar De Summa Progetto luci Matteo Gozzi Produzione La Corte Ospitale

L’ultima eredità è la storia di un doppio viaggio, geografico ed emotivo. Alla notizia del peggioramento delle condizioni di salute del padre, il protagonista torna a casa per un ultimo saluto e, come lui stesso dice, mentre va, torna, in un viaggio che ripercorre tutta la vita. Il percorso di ritorno verso i luoghi dell’infanzia e dell’adolescenza è anche il percorso di ritorno verso quell’infanzia e quell’adolescenza da cui credeva di aver preso distanza, da cui era fuggito e non credeva sarebbe mai ritornato. Una volta arrivato a destinazione trova il padre nel letto, addormentato, in piena notte. Giusto il tempo di un ultimo saluto, di un’ultima raccomandazione, la più importante, quella che resta nel tempo come segno di ciò che è stato. Ma anche un ringraziamento che porta con sé la consapevolezza che il padre sarà sempre, nonostante tutto, una sua fonte di insegnamento. Da qui l’ultima eredità: con l’arrivo della morte, la riscoperta del valore della vita.

De Summa è autore e attore tra i più apprezzati della scena italiana, vincitore dei premi Cassino Off 2015, Hystrio Anct 2016, Hystrio/Mariangela Melato 2017 e, con la Trilogia della provincia, del premio Rete Critica 2016.

ELENA DI SPARTA DAL 20 AL 21 NOVEMBRE, ORE 20.30 Da uno studio su “Elena” di Omero, Euripide e Ritsos Di e con Silvia Priori Corpo di danza orientale Selene Franceschini, Barbara Mulas regia Silvia Priori, Renata Coluccini Produzione Teatro Blu

Degrado, abbandono, senso di vuoto e caducità caratterizzano l’aspetto e l’animo della vecchia Elena, che vede scorrere lentamente davanti a sé il ricordo di ricchezze, glorie, invidie e bellezza. Com’è difficile andare incontro alla vecchiaia per colei che era così bella, intatta, provata.

«Non viene più nessuno a trovarmi. Mi sto per scordare le parole...», dice la donna, che ora vive in un’abitazione fatiscente, impregnata di polvere, frutta marcia e ombre. Chi sarà l’uomo che, lungi dal lasciarla abbandonata a se stessa, torna a farle visita, un’ultima volta, per rievocare tempi e uomini ormai lontani?

RESPIRO PIANO DALL' 1 AL 2 DICEMBRE, ORE 20.30 Scritto, diretto e interpretato da Piera Russo Musiche Francesco Granatello, Frankie Broccoli Scene Rossella Pugliese Collaborazione artistica Elena Starace Laboratorio scenico Alovisi Produzione Teatro Cilea

Campania, fine anni '50 del Novecento. Matilde è alle prese con gli operai intenti a liberare la casa della famiglia d’origine. La giovane donna ha deciso di cedere l’appartamento e sta selezionando la mobilia ed i complementi d’arredo da tenere in ricordo, vendere all’antiquario o distruggere.

Ogni oggetto, rimasto perfettamente integro nonostante il tempo passato, le rievoca un ricordo lontano, un’emozione: il vecchio giradischi del nonno, i fragili giocattoli regalati dallo zio, la finestra serrata dalla madre. Alla fine resterà sola con l’enorme armadio. Rimbomba nella stanza un silenzio come quello che da bambina la isolava dal resto del mondo dietro le gigantesche ante, come quel silenzio omertoso respirato nel contesto familiare. Nel presente però assume un altro significato. Sarà chiamata a scegliere se perpetuarlo o romperlo per conoscere ciò che le era stato celato.

EPISTOLARIO TRIESTINO DAL 5 AL 7 GENNAIO, ORE 20.30 Tratto da “Penso a te, che sei tutt’uno con la poesia di tuo padre” – lettere inedite di Anita Pittoni e Linuccia Saba - a cura di Gabriella Norio – Comune di Trieste edito da Biblohaus Con Daniela Gattorno e Marzia Postogna Regia Daniela Gattorno produzione La Contrada Teatro stabile di Trieste / Associazione Culturale Amici della Contrada

A quarant’anni dalla scomparsa di Anita Pittoni, La Contrada e l’Associazione Amici della Contrada desiderano omaggiare la figura di questa poliedrica artista, che con tanta passione ha lavorato perché l’opera di alcune delle figure letterarie più significative del panorama triestino del suo tempo non andasse perduta. Con la sua piccola Casa Editrice – Lo Zibaldone – Anita Pittoni ha pubblicato dei veri gioielli editoriali che ella stessa curava nei minimi dettagli, partendo dall’ideazione e arrivando fino al confezionamento dei pacchetti dei libri che spediva agli acquirenti fuori Trieste.

Lo spettacolo opera una scelta di testi basandosi sul carteggio fra Anita Pittoni e Linuccia Saba, testimonianza dell’incontro-scontro tra due donne di forte temperamento e con una spiccata personalità. La scomparsa di Umberto Saba diede avvio al loro scambio epistolare e da quel momento, nelle loro lettere, le due donne elaborarono soprattutto idee e progetti per ricordare il grande poeta triestino, molti dei quali purtroppo non videro mai la luce. Tra le lettere affiora anche la stima professionale e personale che avevano l'una per l’altra tanto che la descrizione del lavoro di entrambe rimane sempre al centro dei loro scritti.

SALA PARTY DAL 18 AL 19 GENNAIO, ORE 20.30 Di e con Giustina Testa Regia Daniela Dallavalle Produzione Teatrobàndus

Il monologo di Giustina Testa non è solo il dramma di una donna costretta a scegliere per la vita di suo figlio, ma punta una luce su quel meccanismo caustico, fatto di ironia istintiva, che si attiva nelle situazioni disperate per proteggerci. Per illuderci che lo schianto con la realtà sia meno forte. L’ironia come scialuppa di salvataggio, il vetro da rompere in caso di emergenza.

Per poco più di un’ora Sala Party, con la sua atmosfera asettica, con le luci gelide da blocco operatorio, costringe il pubblico a soffrire con questa donna. Ed è proprio quella di rompere il vetro l’esigenza che proviamo durante il monologo: vorremmo fuggire, scappare lontani da tutte quelle flebo, quelle parole, quelle contrazioni, quel dolore “che non porterà a nulla”. Ogni componente della platea deve fare i conti con il fatto che da nessuna porta entrerà un super chirurgo zoppicante geniale e stronzo, nessuna Meredith piena di spasimanti, nessuno. Questa è roba seria, questo è Teatro. È la vita. Quando si accendono le luci il trucco è sciolto, i più fortunati si sono ritrovati un fazzolettino in tasca, i meno fortunati sono costretti ad annegare nel disagio. Il disagio di non sapere cosa dire. Guardiamo l’attrice come se fosse un’eroina. Una donna che è stata all’inferno ed è tornata per raccontarcelo.

GERARCHIA E PRIVILEGIO 25 GENNAIO, ORE 20.30 Da Primo Levi e Hermann Langbein Melologo per voce e pianoforte con Diana Höbel Musiche originali ed esecuzione Claudio Rastelli Produzione Amici della Musica di Modena Realizzato in coproduzione con l'Istituto Italiano di Cultura di Lubiana

Gerarchia e privilegio è una riflessione sulla struttura e le dinamiche dei campi di sterminio, costruita interamente con le parole di Primo Levi e di Hermann Langbein. Nel comporne la drammaturgia siamo partiti da Primo Levi, ma non dai romanzi, ben noti, bensì dalle riflessioni contenute nei suoi saggi, negli articoli di giornale e nelle recensioni a romanzi altrui. Da questi materiali eteroge- nei è emersa, costante, una visione più complessa di quanto ci aspettassimo sulla natura dei campi.

Questi erano sì luoghi infernali ma - e questo è l'aspetto che abbiamo voluto approfondire - erano anche orga- nizzati secondo “principi” che possiamo ritrovare nelle nostre società: paura; gerarchia e privilegio; ribaltamento dell'imperativo categorico, ossia l'utilizzo dell'essere umano come mezzo e non come fine.

ECOLOGIA CAPITALISTA DIO NON FA LA DIFFERENZIATA DAL 3 AL 4 FEBBRAIO, ORE 20.30 Di e con Pietro Cerchiello Musiche scritte e interpretate da Tommaso Imperiali Produzione Associazione Culturale e Teatrale Dimore Creative

La storia di un capitalista sfegatato che parla al pubblico. Ama i fast food, i discount, la plastica. Una notte quest’uomo inizia a fare sogni strani. Scenari apocalittici: Pietro spenna il gallo che canta tre volte; Gesù moltiplica pani e pesci senza sosta; il montone piange il ritorno del figliol prodigo. L’uomo è in pericolo? L’uomo è il pericolo. Per un teatro popolare, concreto, senza retorica, buonismi e pietismi, che dà il pane al pane. E il vino lo tiene per sé. La Terra non sta bene? L’uomo non sta bene.

Pietro Cerchiello nel 2020 viene selezionato per il Festival Ecolario: proprio lui, amante della carne e della plastica, selezionato a un Festival di ecologia. Ne prende parte con un monologo che fa acqua da tutte le parti e ha la possibilità di seguire attività, interventi e proiezioni. E contro ogni pronostico, inizia a sentire l’esigenza di approfondire un tema da lui sempre trascurato: nasce così Ecologia Capitalista. Il progetto arriva tra i 5 finalisti di #Pillole 2022.

CICLOPE DAL 16 AL 17 FEBBRAIO, ORE 20.30 Rêverie per luce, voce e contrabbasso di Valentino Pagliei tratto dal 12° episodio dell'Ulisse di James Joyce Con Valentino Pagliei E proiezioni live della Visual Artist Goga Mason Produzione La Contrada Teatro stabile di Trieste

È ancora il tempo dei giganti antropofagi con un occhio solo in mezzo alla fronte? Il Ciclope del dodicesimo episodio di Ulisse è un prepotente nazionalista irlandese antisemita chiamato “il Cittadino” che staziona in un pub e si scaglia con violenza contro il povero Bloom, soprattutto quando questi gli ricorda che Gesù, il Salvatore, era ebreo anche lui. Una scatola di biscotti scagliata contro la testa di Bloom manca il bersaglio come il masso che Polifemo indirizza alla nave di Ulisse.

La riscrittura per voce, contrabbasso e live painting – presentata in anteprima in occasione dell'edizione triestina 2022 del Bloomsday – offre una prospettiva inedita su questo capitolo giustamente famoso che si interroga magistralmente su Politica e Religioni. Sorreggersi agli appositi sostantivi: corpo ebbro, corpo mistico, corpo politico. Il ciclopico contrabbasso di Valentino Pagliei, autore dell’adattamento e interprete, risuona delle cangianti, coloratissime proiezioni/visioni della visual artist Goga Mason.

BELLA DENTRO DAL 3 AL 4 MARZO, ORE 20.30 Di e con Ilaria Marcuccilli Produzione La Contrada Teatro stabile di Trieste

Due donne, due storie familiari intrecciate, due destini diversi. Viola, venticinquenne friulana, è rinchiusa nel manicomio di Trieste. Isterica, affetta da tribadismo per i medici e “figlia del demonio” per la famiglia, viene abbandonata in una realtà dove guarire dalla sua femminilità. Giunta all’ultimo stadio di umanità, decide di chiudersi dentro la stanza della sua mente e di non camminare più. Resta a letto. E quando la obbligano ad alzarsi, si lascia cadere a terra, come un verme, qualcosa di viscido e poco senziente. Ecco che lì, un segreto le si rivela come una realtà celata a una vita in cui sei solo “bella dentro”: c’è sempre una scelta.

Moltissimi anni dopo, Marianne Strobl, fotografa, cammina nel viale alberato del manicomio di San Giovanni: una finestra aperta attira la sua attenzione. Una donna rinchiusa, sola, ma felice. Marianne, macchina fotografica alla mano, cattura l’ultimo momento di vita di Viola, rendendo quella verità senza nome, parte di un’eredità segreta, altrimenti destinata a morire non solo nella materia, ma anche nel silenzio. La scena inizia in una camera oscura dove sono appese delle foto. Marianne le osserva da fuori, invisibile al pubblico, e narra la storia della sua famiglia, che s’intreccia drammaticamente con la storia di Viola.

TERZETTO SPEZZATO DAL 17 AL 19 MARZO, ORE 20.30 Di Italo Svevo Con Marzia Postogna, Francesco Godina e Valentino Pagliei Regia Elke Burul Produzione La Contrada Teatro stabile di Trieste

Definito dallo stesso autore fantasia in un atto, Terzetto spezzato fu scritto nel 1912; la trama prende spunto dal classico triangolo “lui-lei-l’altro”, estremamente in voga nella letteratura a cavallo tra l’800 e il ‘900, cui Svevo riesce a dare un tocco di imprevista originalità, mescolando le umane miserie dei protagonisti con la parapsicologia.

Il marito, commerciante di caffè, e l’amante, letterato presuntuoso ed inconcludente, sono due uomini mediocri ed egoisti, ammantati da quella meschinità tipica di tanti personaggi sveviani; il terzetto, spezzato dalla morte di lei, si riunisce proprio in ragione di una seduta spiritica: mentre i due uomini attendono che il fantasma di Clelia si manifesti, discorrono di quelli che erano i rapporti di entrambi con la defunta e rievocano la loro amicizia, vuota e superficiale. Aggrappati a questa donna anche dopo la sua morte, marito e amante continuano a mostrare la loro aridità, esigendo dallo spettro di Clelia l’uno consigli sulla sua attività commerciale e l’altro sull’ultimo romanzo che sta scrivendo.

PENSIERO STUPENDO DAL 31 MARZO AL 1 APRILE, ORE 20.30 Di e con Didi Garbaccio Bogin Regia Omar Makhloufi Produzione La Contrada Teatro stabile di Trieste

Pensiero Stupendo è un assolo teatrale di una giovane autrice e attrice "della seconda generazione", che ci racconta l'Italia di oggi e il suo persistente problema con la diversità. Una performance, anche danzata e cantata, in cui, attraverso un vortice di stili e registri, la protagonista ci presenta numerosi personaggi. Veri e propri stereotipi italiani che ancora oggi hanno pregiudizi verso lo "straniero", mostrando così ritrosia e ignoranza rispetto a fattori come il colore della pelle, le "altre" culture e più in generale rispetto a tutto ciò che risulta diverso da loro.

Ispirato a fatti e situazioni realmente vissuti dall'autrice, Pensiero Stupendo attinge anche a pieno titolo dal repertorio della cultura pop italiana. Da una parte omaggiando Patty Pravo con alcuni suoi brani, interpretati durante lo spettacolo, si racconta la speranza e la possibilità che, nonostante tutto, l'amore vinca su tutte le ingiustizie. Come a costruirne un contraltare narrativo, si parte dal pulcino più famoso d'Italia - Calimero - per disegnare l'alter ego principale della protagonista: una bambina, solo apparentemente straniera, che fa esperienza di persone che non perdono tempo a etichettarla come diversa.